Ruby, Maroni alla Camera: “La polizia è stata assolutamente corretta”

Pubblicato il 10 Novembre 2010 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

Roberto Maroni

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, nell’informativa di martedì mattina alla Camera, ha ribadito  la correttezza dell’operato della Polizia nella vicenda della giovane Ruby.” La Polizia di Stato – ha detto Maroni – ha ancora una volta confermato le doti di professionalità e di equilibrio del proprio personale, che ha applicato con assoluta correttezza tutte le procedure di legge”. L’informativa di Maroni alla Camera, ancora in corso, ricalca quella di ieri al Senato.

Maroni ha ricostruito, negli stessi termini di martedì al Senato, le varie tappe della vicenda, a partire dalle 18.15 del 27 maggio, quando una volante della Polizia ha condotto Karima el Mahroug, alias Ruby, accusata di furto, nella questura di Milano.

Qui ”venivano svolti tutti gli accertamenti atti all’identificazione della ragazza”, risultata ”allontanatasi da una comunità di Messina”. Maroni ha spiegato che ”tutto ciò avveniva prima della telefonata che alle ore 23 circa il capo di gabinetto della questura di Milano riceveva sul proprio cellulare di servizio da parte di uno dei responsabili del dispositivo di sicurezza del Presidente del Consiglio, che gli passava poi al telefono il Presidente stesso. Riferisce il capo di gabinetto che, nel corso della telefonata, il presidente Berlusconi chiedeva informazioni in merito all’accompagnamento presso la questura di una ragazza di origine nordafricana, che gli sarebbe stata in precedenza segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak”.

Seguono contatti tra il funzionario di turno della centrale operativa e il capo di gabinetto della questura, il quale ”gli raccomanda che venissero svolti con celerità tutti gli accertamenti previsti dalla legge”. ”Dopo circa un’ora, intorno alle 24 – ha continuato Maroni – l’addetto alla sicurezza del Presidente del Consiglio richiamava di nuovo sul cellulare il capo di gabinetto chiedendo ulteriori chiarimenti sulla vicenda. Gli veniva risposto che gli accertamenti erano ancora in corso, come da indicazioni provenienti dal pubblico ministero del tribunale per i minorenni”.

Nel frattempo, arriva in questura il consigliere regionale Nicole Minetti. Questa, spiega Maroni, ”riferiva di conoscere la ragazza, assicurando la propria disponibilità a prendersi cura della stessa. Il funzionario di turno, sempre in contatto con l’autorità giudiziaria, accertava che al momento non vi erano posti disponibili nelle comunità della zona; pertanto, considerata l’avvenuta identificazione della giovane, nonché il ruolo del consigliere regionale Minetti e il consenso della ragazza, che affermava di conoscere il consigliere regionale, di cui aveva anche il numero di telefono, sulla base delle indicazioni del pubblico ministero di turno presso il tribunale per i minorenni, veniva redatto il verbale di affidamento. Alle ore 2 del 28 maggio, e quindi circa otto ore dopo il rintraccio, la minore, come emerge dal verbale di affidamento, lasciava la questura insieme al consigliere regionale Minetti; di ciò veniva informato il tribunale per i minorenni”.

Nella gestione della vicenda, quindi, ha ribadito Maroni, ”non si evidenzia alcuna modalità che possa richiamare frettolosità o superficialità da parte della questura di Milano, avendo gli uffici rispettato tutte le procedure previste dalla legge, dai regolamenti e dalla costante prassi”. Il responsabile del Viminale ha anche ricordato le parole del procuratore della Repubblica di Milano, Bruti Liberati, che dopo aver sentito il capo di gabinetto, il funzionario di turno e l’allora questore Indolfi ”ha dichiarato testualmente che ‘la fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore e’ stata operata in modo corretto. In futuro non ci saranno altri accertamenti. Per quanto riguarda questa fase dell’indagine abbiamo praticamente chiuso’. La correttezza dell’operato della questura di Milano nel caso che ho illustrato – ha concluso Maroni – è stata cosìconfermata anche dall’autorita’ giudiziaria”.