Salva Sallusti, no al carcere per i giornalisti: il Senato affossa il ddl

Pubblicato il 26 Novembre 2012 - 17:30 OLTRE 6 MESI FA
La capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro (Foto Lapresse)

ROMA – Il Senato ha bocciato l’articolo 1 del disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, il cosiddetto salva Sallusti. L’articolo 1 è quello che contiene la conferma del carcere per i giornalisti che commettono il reato di diffamazione a mezzo stampa per un fatto determinato.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha quindi sospeso la prosecuzione dell’esame del testo.  La bocciatura dell’articolo 1 del ddl Sallusti di fatto comporta lo stop dell’intero provvedimento.  

L’articolo avrebbe dovuto essere votato giovedì scorso, ma le votazioni si erano fermate all’approvazione dell‘emendamento Berselli che salva i direttori dal carcere.

Sull’articolo 1 il Pd aveva chiesto il voto segreto, e la capogruppo dei senatori Anna Finocchiaro aveva confermato la volontà del partito nonostante la richiesta del vicepresidente del Pdl Gaetano Quagliariello di votare a scrutinio palese. Alla fine, però, l’articolo è stato bocciato, con 123 no e e 29 sì e 9 astenuti.

Soddisfatti Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino, portavoce e direttore di Articolo 21: ”Il Senato ha bocciato l’articolo 1 della ‘legge Manette’. Ora quel pessimo testo sia chiuso in un cassetto a doppia mandata e la chiave sia buttata direttamente nel Tevere. Chi voleva mettere le manette al diritto di cronaca è stato sconfitto. Un grazie alla Federazione nazionale della stampa, all’Ordine dei giornalisti, all’Unione dei Cronisti e a tutte le associazioni che per l’ennesima volta hanno difeso l’articolo 21 della Costituzione dai suoi molestatori”.

Anche Vincenzo Vita (Pd) festeggia la bocciatura dell’articolo 1: ”Abbiamo vinto, decaduto l’artico 1 ora decade tutto il testo. Finalmente di questa brutta storia” nata sulla vicenda Sallusti ”non se ne parla piu”. E’ la ”morte non accidentale di una porcata”. La bocciatura è avvenuta ”anche con una buona manciata di voti di destra”, dopo che il Pdl aveva dichiarato di non partecipare al voto. Vita sottolinea che l’appello della Fnsi-Fieg ha ”creato un clima diverso in aula”.