Manovra: ritorna il superticket da 10 euro sulle prestazioni sanitarie?

Pubblicato il 19 Maggio 2010 - 13:07| Aggiornato il 2 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Il governo rispolvera il superticket da dieci euro sulla sanità, da pagare su ogni ricetta per visite ed esami specialistici. L’intervento in vista è spuntato nell’agenda dell’esecutivo per la manovra finanziaria 2011-2012, ma ancora non c’è nulla di certo. Già proposto dal governo di Romano Prodi nel 2007, vale 834 milioni di euro su base annua ed è stato bloccato più volte anche da Silvio Berlusconi.

La misura in cantiere si è già attirata l’opposizione delle Regioni: la parte  non finanziata dallo Stato, infatti, tocca proprio a loro. I governatori sono in allarme, specialmente quelli che hanno alle spalle bilanci in rosso: potranno scegliere se applicare o meno il ticket nei loro territori, ma si dovranno fare carico delle spese con risorse proprie.

Se il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti,  ha annunciato che il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani e ha messo in guardia falsi invalidi ed evasori fiscali, è anche convinto che sia arrivata «l’ora di ridurre effettivamente il peso della mano pubblica». E il ministro della Salute dal canto suo segue la stessa linea: «Quando parliamo di una manovra da 25 miliardi non possiamo non pensare che la sanità, che è l’80% dei bilanci regionali, possa non essere toccata in qualche modo. Quindi, dire che l’ipotesi è plausibile, mi sembra giustificato».

Fazio ipotizza un recupero di efficienza del 10%: «Non è poco e da solo basterebbe, se fosse tutto recuperabile subito, per un pezzo della manovra». Nel menu della manovra ci sono allo studio anche interventi sulla spesa farmaceutica ospedaliera, in crescita a causa anche dell’aumento del costo di alcuni prodotti come gli oncologici e altri di nuova generazione, tutti molto costosi. In pratica l’idea è quella di passare alla distribuzione in farmacia di medicinali finora usati in corsia.

Intanto le Regioni in rosso sono state chiamate a rapporto per i piani di rientro. Lazio, Campania e Molise (rispettivamente con un disavanzo di 1,6 miliardi, 1 miliardo e 110 milioni) sono state convocate al ministero. A breve saranno presentate le misure di risanamento che, per evitare l’aumento Irap e Irpef, prevedono un riassetto della rete ospedaliera tarato su 4 posti letto per mille abitanti.

Adesso la rinascita del superticket, dunque, potrebbe aggravare una situazione già difficile. Stefano Cecconi, responsabile Cgil delle Politiche della salute ha attaccato: «L’esecutivo dichiara di voler abolire il ticket, in verità scarica su tutte le Regioni, in particolare sui cittadini di quelle già gravate da rigorosi piani di rientro dal disavanzo, l’onere di recuperare gli 834 milioni necessari a cancellare il ticket anche nel 2009».

Continua il dirigente sindacale: «Ribadiamo quanto rivendicato sin dall’inizio di questa vicenda anche con il precedente governo: il ticket è iniquo e va abolito, punto e basta. La copertura finanziaria per cancellarlo era già un impegno a carico dello Stato, coerente con il Patto per la Salute’. Il super ticket rischia di essere solo il brutto inizio di una pessima stagione per i cittadini, per la sanità il governo infatti prevede altri tagli, almeno due miliardi nel 2010 e tre miliardi nel 2011».

In politica si aspettano che la manovra «sarà dura», come ha dichiarato Umberto Bossi, e mentre il Pd aspetta per schierarsi, l’Idv ha già dichiarato battaglia e non voterà le misure che oltre ai tagli agli sprechi della Sanità prevede riduzioni agli stipendi dei politici e lo stop ai rinvii per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.