Sardegna. Francesca Barracciu resiste, Sel: “No”. “Pd giungla di paludi”

Sardegna. Francesca Barracciu resiste, Sel: "No". "Pd giungla di paludi"
Francesca Barracciu resiste,

CAGLIARI. Vigilia di Natale infuocata nel Pd in Sardegna, con la riunione della Direzione regionale del Partito rinviata perché l’impasse è totale: la convocazione di Camera e Senato per il voto di fiducia al Governo Letta ha fornito la motivazione ufficiale, ma, avverte Luca Rojch sulla Nuova Sardegna, quotidiano di Sassari.

“in molti vedono in questo rinvio a data da destinarsi il tentativo di prendere tempo. Perché da una parte si prepara il vestito buono ai candidati alternativi, dall’altra la vincitrice delle primarie, Francesca Barracciu sottolinea la sua leadership“.

Francesca Barracciu lo ha fatto e ribadito anche il giorno di Natale, con una lettera di auguri inviata alla redazione del quotidiano di Cagliari Unione Sarda, che si riporta sotto.

Di questi tempi, il Pd, scrive Luca Rojch,

“somiglia a una giungla, con più paludi che grandi alberi. Facile finire nelle sabbie mobili. Il clima da guerriglia interna, fucili e sorrisi, continua a rendere impossibile issare un candidato in cima alla coalizione del centrosinistra”.

” La bufera imperversa in una coalizione ancora magmatica mentre le elezioni si avvicinano con passo rapido e la data del 2 marzo sembra sempre più probabile”.

Problemi vengono anche dai partner della coalizione di sinistra. Luca Pizzuto, nuovo segretario di Sel, è stato chiaro:

“Noi ci confrontiamo sui programmi e siamo pronti a valutare un candidato che possa essere espressione del partito di maggioranza all’interno della coalizione. Ma chiediamo a Francesca Barracciu di fare un passo indietro”.

Una parte del Pd, informa Luca Rojch,

“già lavora, neanche troppo in segreto, ad altri candidati. In pole position il rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino, il rettore dell’università di Cagliari Giovanni Melis e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana Franco Siddi. La scrematura dei possibili sostituti della Barracciu si è ridotta a questi tre petali”.

“A mettere ulteriore tensione c’è anche un sondaggio che circola in modo semiclandestino all’interno del Pd. Francesca Barracciu è in vantaggio di 2 punti percentuali su Ugo Cappellacci, presidente della Regione uscente, i 5 Stelle sono accreditati del 18 per cento e Michela Murgia del 6 per cento. Ma non è l’unico sondaggio che viene distribuito sottobanco dentro le sedi del partito. Ci sarebbe un altro test che circola in cui vengono messi a correre quattro candidati. Francesca Barracciu, Renato Soru, Gianfranco Ganau, e Andrea Murgia. Ma il risultato resta top secret”.

Intanto, però, Francesca Barracciu resiste,

“La candidata sono e resto io. Non faccio nessun passo indietro. Ho dalla mia parte 52mila elettori che sono andati a votare alle primarie”.

Sono, scrive Luca Rojch,

“parole che somigliano a badilate sui sogni di mettere da parte la vincitrice delle primarie”.

Ancora Francesca Barracciu, riferita da Luca Rojch:

“Capisco che davanti a un appuntamento come le regionali si aprano discussioni. Ricordo quelle che c’erano state nel 2004 e nel 2009 quando il candidato era Soru. Non mi spavento. Le affronto con serenità e determinazione per riportare un quadro di unità. Ho la responsabilità di 52mila persone che hanno partecipato alle primarie. Devono essere rispettate. Spero che queste discussioni finiscano, chi le porta avanti fa solo un favore a Cappellacci. La mia candidatura non è stata decisa in una stanza, ma in un grande giorno di democrazia. Per questo non faccio nessun passo indietro.

“Rispetto il Centro democratico e Sel, che hanno espresso dubbi sulla mia candidatura e spero si possa aprire un dialogo con loro sui contenuti”.

Nel Pd,

“il segretario regionale Silvio Lai si è espresso più volte a sostegno della mia candidatura. Se poi ci sono singoli che vogliono cambiare nome, chiedo a loro perché non hanno fatto partecipare alle primarie i loro leader. E per quale motivo dovrebbero oggi imporlo a tavolino”.

Il giorno di Natale, la lettera alla Unione Sarda. Il giornale la presenta così:

“Francesca Barracciu coglie l’occasione degli auguri di natale per ribadire la sua candidatura alla presidenza della Regione per il centrosinistra. Barracciu lega a doppio filo gli auguri natalizi all’impegno per “quanti hanno a cuore le sorti della Sardegna”. Insomma, in attesa che arrivino segnali dalla neo eletta segreteria nazionale del Pd, Francesca Barracciu mette in chiaro le cose e a coloro che da tempo le chiedono un passo indietro lei risponde con “un passo avanti””.

E questa la lettera:

“Un passo in avanti per il nostro riscatto. Bona Paschighedda a tottus.

[…]

“Mai come in queste ore le frasi augurali travalicano il rito e le consuetudini e si trasformano in un impegno nuovo e sincero per quanti hanno a cuore le sorti della Sardegna. Per la politica – tutta – significano ritrovare le ragioni della partecipazione, della solidarietà, della passione.

“Per i politici – tutti – vogliono dire assunzione di responsabilità. Piena e totale. La stessa che assumo davanti a tutti i sardi come candidata del centrosinistra per la guida della nostra Regione.

[…]

Responsabilità dinanzi alle troppe questioni insolute che aggravano la nostra condizione economica e sociale, al cospetto di una crisi globale che in Sardegna ha però mostrato il suo volto peggiore. Quello della mancanza del lavoro e dell’assenza di prospettive che hanno trasformato le difficoltà dei singoli in una sfiducia collettiva che ingessa il sistema produttivo e appesantisce le reti di tenuta sociale.

[…]

E’ evidente quanto le difficoltà e le penalizzazioni che affrontiamo siano gravi e complesse e come possano superarsi soltanto insieme e con una grande unità di popolo. La stessa che i sardi hanno dimostrato davanti ad una delle più grandi tragedie dei tempi nostri. Lo spirito di fratellanza e di solidarietà che ci ha accompagnato nei giorni dell’alluvione che ha colpito il nuorese, la Gallura e il Campidano, sono i valori che ciascuno di noi sente nel profondo dell’animo.

[…]

Per queste ragioni, nei giorni in cui prevale la politica del gambero (quella che domanda i passi indietro) affermo che tutti, invece, siamo obbligati a fare un passo in avanti.

Un passo in avanti deve farlo la politica evitando di attardarsi negli antichi rancori, tra i vecchi steccati.

[…]

Un passo in avanti deve farlo la Sardegna intera, con i suoi imprenditori, i suoi lavoratori, con le organizzazioni delle imprese e i sindacati, per fare occupazione, produzioni, “lavoro buono” e restituire la dignità a chi oggi il lavoro non ha più, lo cerca o ha persino smesso di cercarlo.

Per questo affermo che per riprenderci il nostro futuro, i nostri diritti e la nostra speranza, io ci sono e ci sarò, come sempre ho fatto nella vita da privata cittadina, da militante di partito e da politica sarda. Ci sono e ci sarò con i miei difetti, con il mio essere donna impegnata in politica, con i limiti che sono propri degli uomini e delle donne del nostro mondo ma soprattutto c’ero, ci sono e ci sarò con la mia onestà, con la mia coscienza libera, con la mia determinazione ed il mio amore per la Sardegna.”

 

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