Scajola indagato per la casa con vista Colosseo comprata “a sua insaputa”

Pubblicato il 29 Agosto 2011 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Claudio Scajola è indagato per la casa con vista Colosseo pagata “a sua insaputa” da Diego Anemone. Secondo quanto riporta l’Ansa, l’ex ministro dello Sviluppo economico è indagato dalla Procura di Roma per violazione della legge sul finanziamento illecito dei partiti politici. In particolare, il reato ipotizzato sarebbe quello di illecito finanziamento a un solo parlamentare.

L’immobile in via del Fagutale, secondo l’ipotesi degli inquirenti, è stato pagato in parte, anche se l’ ex ministro sostiene di esserne stato all’oscuro, dall’imprenditore Diego Anemone, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta sugli appalti del G8.

Il fascicolo per questo ”episodio”, continua l’Ansa, chiamerebbe in causa il solo Scajola. I magistrati di Roma hanno sviluppato le verifiche e le indagini, sulla base degli atti trasmessi dalla Procura di Perugia.

Dall’inchiesta, sottolinea invece un lancio dell’Adnkronos, non sono emerse circostanze tali che avrebbero potuto determinare l’invio degli atti da parte della Procura della Repubblica di Roma al Tribunale dei Ministri.

Il procuratore capo Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna coordinano ulteriori indagini che sono state avviate sulla cosiddetta “lista” di favori attribuita all’imprenditore Diego Anemone.

Da parte sua l’ex ministro si è dichiarato tranquillo: ”Apprendo dalle agenzie che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda per la quale la Procura di Perugia, dopo un anno e mezzo di indagini, non ha ritenuto di dovermi indagare. Attendo, comunque, con la stessa serenita’ e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verra’ certamente chiarita la mia estraneita’ ai fatti”.

Per la vicenda dell’appartamento di via del Fagutale 2, di fronte al Colosseo, Claudio Scajola si dimise da ministro dello Sviluppo economico nel maggio dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’abitazione, oltre 200 metri quadri al primo piano, fu comprata da Scajola il 6 luglio 2004 dalle sorelle Barbara e Beatrice Papa e pagata ufficialmente 610mila euro.

Secondo quanto accertato prima dalla Procura di Firenze, e poi da quella di Perugia, quell’appartamento fu pagato in realta’ un milione e 700mila euro e la differenza di 900mila euro fu messa da Diego Anemone, attraverso l’architetto Angelo Zampolini. Quest’ultimo ha confermato sottolineando di essere stato lui a consegnare i 900mila euro, in ottanta assegni circolari della Deutsche Bank, alle sorelle Papa.

Le due donne, ascoltate dagli uomini della Guardia di Finanza hanno riferito che gli assegni circolari vennero consegnati loro da Scajola al momento della vendita della casa. Le sorelle hanno inoltre sostenuto di non conoscere Zampolini ne’ l’effettiva provenienza del denaro consegnato.

L’appartamento, messo in vendita dall’esponente del Pdl dopo il clamore destato dalla vicenda, era un vero gioiellino nel centro di Roma, composto da tre stanze da letto e tre bagni, una cucina, un luminoso salone in un ambiente aperto, un disimpegno ed un locale aggiuntivo ricavato da una veranda chiusa. Il tutto con vista Colosseo. Le pareti erano piene di quadri d’autore, con lussuosi tappeti e lampade con luci calde