Mokbel a Di Girolamo: “Senatore? Tu sei il mio schiavo, il mio portiere…”.

Pubblicato il 24 Febbraio 2010 - 14:59 OLTRE 6 MESI FA

Nicola Di Girolamo

Un imprenditore e un senatore della Repubblica si parlano al telefono, ecco il tono e la sostanza dei loro rapporti, come emergono dalle registrazioni degli inquirenti. «Nicò, tu sei schiavo mio» dice Gennaro a Nicola.  Gennaro è Mokbel, imprenditore con un passato politico di estrema destra e con un presente di uomo di molti affari. Nicola è Di Girolamo, senatore del Pdl.

Di Girolamo è stato eletto in Parlamento nella circoscrizione europea: ma dalle parole di Mokbel viene fuori che molti di quei voti sono stati “portati in dote” proprio dall’imprenditore romano. Gli inquirenti hanno ipotizzato che Mokbel sia legato alle cosche della ‘Ndrangheta e che quindi molti di quei voti siano arrivati dalla malavita che avrebbe fatto incetta di schede per il voto degli italiani all’estero per poi scriverci sopra il nome del senatore.

Mokbel al senatore: «Se t’è venuta a candidite Nicò… e se t’è venuta già a senatorite è un problema tuo, però sta attento che ultimamente te ne sei uscito 3-4 volte che io so stato zitto… mo oggi m’hai riempito proprio le palle. Nicò… capito?…Se poi dopo te e metto tutte in fila e cose.. capito Nicò….».

Di Girolamo tenta di abbozzare una spiegazione ma Mokbel risponde : «Non me ne frega un cazzo a me di quello che dici tu», e poi esprime in maniera chiara qual è la sua considerazione per il senatore: «Per me puoi diventà pure Presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, no nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti… scusa conti come il portiere».

Un’altra volta Mokbel minaccia Di Girolamo e gli ricorda «che per le sfumature me faccio ammazzà, e faccio del male, e siccome le sfumature sono mesi, ormai, che vanno avanti».

Nel corso delle conversazioni intercettate, Mokbel apostrofa Di Girolamo anche più pesantemente, chiamandolo «Testa di cazzo» e «Testa de merda». Così si fa trattare un senatore, perché?