Sovranità Alimentare, Natalità e Pari Opportunità, Mare e Mezzogiorno… i ministeri si allineano al Meloni-pensiero

Il Governo Meloni domani, sabato 22 ottobre, alle 10 giurerà. La lista dei ministri è stata diffusa e non mancano le sorprese. Quello che colpisce è però una certa creatività nel ribattezzare ministeri storici come quello dell'Agricoltura in Agricoltura e Sovranismo Alimentare. 

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 21 Ottobre 2022 - 19:59 OLTRE 6 MESI FA
meloni ansa

Giorgia Meloni legge la lista dei ministri (Ansa)

Agricoltura e Sovranità Alimentare, Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Affari Europei e Pnrr. E ancora: ministero del Mare e del Mezzogiorno, l’ex ministero dello Sviluppo Economico trasformato in quello delle Imprese e del Made in Italy. 

Il Governo Meloni domani, sabato 22 ottobre, alle 10 giurerà. La lista dei ministri è stata diffusa e non mancano le sorprese. Quello che colpisce è però una certa creatività nel ribattezzare ministeri storici come quello dell’Agricoltura in Agricoltura e Sovranismo Alimentare. 

Governo Meloni, il ministero dell’Agricoltura diventa Agricoltura e Sovranismo Alimentare

Già, ma cos’è il Sovranismo alimentare? Leggendo Wikipedia si scopre che “la sovranità alimentare è un indirizzo politico-economico volto ad affermare il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di cibo, basandole sulla piccola e media produzione. Secondo i sostenitori della sovranità alimentare, i Paesi devono poter definire una propria politica agricola ed alimentare in base alle proprie necessità, rapportandosi alle organizzazioni degli agricoltori e dei consumatori”.

Pur essendo una dottrina legata alle “popolazioni indigene colpite da problemi di produzione e distribuzione del cibo”, nel caso italiano sembra inquadrarsi benissimo nel Meloni-pensiero e sembrerebbe poter essere tradotto nella volontà di essere più indipendenti da Bruxelles per quanto riguarda la produzione agricola e alimentare (ricordate le quote latte?).

Il ministero delle Pari Opportunità accorpato in quello della Natalità

Un altro ministero che cambia nome è quello delle Pari Opportunità e della Famiglia che diventa anche della Natalità. L’idea è partita dalla Lega che vorrebbe imitare a livello nazionale quanto fatto in Trentino con sostegni e bonus che hanno portato ad un boom di nascite in regione. Giusto occuparsi di natalità visti i tassi di natalità sottozero italiani. Inserire però la parola “natalità” addirittura in un ministero ha però fatto storcere il naso a chi teme che si nasconda un attacco ai diritti della comunità Lgbt. E qui la Meloni sembrerebbe confermare almeno in parte i timori avendo messo al dicastero Eugenia Roccella, esponente storica del Family Day. 

Il ministero del Mare e del Made in Italy

Altro ministero che cambia nome è quello del Sud che diventa Mare e Mezzogiorno e che viene affidato all’ex governatore della Sicilia Nello Musumeci. “Mare” si intendono i porti, un cavallo di battaglia della Meloni. Non a caso, la leader di Fratelli d’Italia, nei mesi scorsi parlò di “quattro M” tra le priorità del suo Governo: “Mamma, Mare, Merito, Marchio”. 

“Merito” lo ritroviamo nel nuovo ministero della Pubblica Amministrazione e Merito. “Marchio” è invece rappresentato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nome forse più rassicurante che è stato affibbiato a quello dello Sviluppo Economico (affidato ad Adolfo Urso di FdI), il dicastero che in questi anni si è dovuto occupare di svariate crisi industriali e che è stato gestito da politici di peso come Calenda, Di Maio e Giorgetti. Quest’ultimo ora “promosso” allo Sviluppo Economico.