MILANO – Sessantasei banconote in tutto. Diciassette da 500 euro, una da 100 e 48 da 50 euro, per un conto finale di 11 mila euro. Soldi ritrovati in tre distinte stanze dell’appartamento di Filippo Penati, lo scorso 20 luglio, dalla Guardia di finanza. Una cifra liquida considerevole, o un fatto normale per un esponente politico di primo piano? Al momento, l’unica cosa certa è che gli investigatori hanno etichettato il rinvenimento con la burocratica definizione di “perquisizione con esito positivo”.
L’ex vicepresidente della Regione Lombardia ha però smentito ed ha voluto precisare con una nota alcune notizie apparse su alcuni quotidiani in merito al verbale di perquisizione e sequestro del suo appartamento.
“L’autovettura BMW serie 5, vecchia di cinque anni – ha scritto Penati – è del 2006, non era in garage ma in strada ed è intestata a una società finanziaria di San Donato Milanese, in quanto questa è la società di leasing della stessa BMW”.
“La moto di grossa cilindrata – ha proseguito – in realtà è una Motoguzzi 750 Nevada, di 10 anni fa, che ho recentemente acquistato usata. Le somme in contanti ritrovate non erano in diversi posti ma nella mia camera da letto e sono riferibili alle mie disponibilità e non riconducibili a fatti che mi sono contestati vecchi di 12 anni fa. Tengo quel denaro a disposizione per i miei viaggi in Italia all’estero”.
“Desidero chiarire tutto questo – ha concluso – per evitare suggestioni che non hanno nessuna ragione d’essere nei fatti. Ribadisco la mia totale estraneità ai fatti contestati”.
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