Scudati e contenti, la sovratassa sui capitali di fatto impraticabile

Pubblicato il 10 Dicembre 2011 - 09:19 OLTRE 6 MESI FA

Il premier Mario Monti (Lapresse)

ROMA – Scudati e contenti, coloro che con la norma del precedente governo hanno fatto rientrare i capitali detenuti illegalmente all’estero con una tassa vantaggiosa possono stare sereni. Non che il governo Monti li abbia infastiditi più di tanto: al 5% versato allo Stato italiano per “scudare”, la nuova manovra dei tecnici ha deciso di applicare un ulteriore 1,5%. Insomma, a chi ha portato all’estero soldi magari di dubbia provenienza o magari per eludere il Fisco italiano, basta un totale del 6,5% per mettersi in regola. Un settimo, all’incirca, di quanto avrebbe dovuto versare se tutto fosse stato fatto secondo la legge.

Peccato però che il prelievo su questi capitali, piuttosto consistenti, sia in realtà molto difficile da mettere in atto. Se non impossibile. Com osserva Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, la norma del governo Berlusconi prevedeva che gli scudati fossero anonimi. Il ministero del Tesoro quindi non conosce i nomi, non c’è alcuna lista da cui andare a prelevare. A distanza di un paio d’anni poi non è detto che chi ha beneficiato dello scudo abbia lasciato i propri capitali finalmente in regola nella stessa banca. Potrebbe averli riportati all’estero. In Svizzera, per esempio, dove pare che ultimamente le cassette di sicurezza abbiano fatto registrare il “tutto esaurito”. Secondo le stime citate da Rizzo, il volume totale di denaro ammonta alla cifra record di 800 miliardi di euro solo nell’ultimo anno e mezzo.