“La Tav come i nazisti”: il sanfedismo in Val di Susa

di Sergio Carli
Pubblicato il 20 Giugno 2011 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-“Resistere alla Tav è come resistere ai nazisti invasori”. Parole di Alberto Perino, auto proclamatosi a 66 anni “partigiano” della autonoma repubblica di Chiomonte Val di Susa e riconosciuto comandante del suo esercito che blocca l’accesso all’invasore con barricate sulla strada e, dietro le barricate, le “munizioni” di alberi, sassi e picconi. La Tav come i nazisti e la mini repubblica autonoma: esagerazioni, parole sfuggite, dettate dall’esaltazione della causa? No, parole meditate e conseguenti. Conseguenti alla “fede”. Perchè non è ambientalismo, è sanfedismo. Sul monte della lotta alla Tav c’è un cippo alla Madonna del Rocciamelone, e la spilletta con l’immagine della locale Madonnna, nume tutelare di quella terra, è sul bavero dei cattolici per la vita. Cattolici per la vita che stanno con la loro spilletta al fianco dei combattenti di Askatasuna. Nella stessa barricata. Sanfedismo è quel movimento di popolo, sì di popolo, che vedeva il Maligno, quello con la maiuscola, nell’industria, nella tecnologia e nella democrazia. Sanfedismo è quella fede che in nome della tradizione incontaminata e della incontaminabile natura umana si organizzò armato contro fabbriche ed elezioni. Era un paio di secoli fa, è adesso. Allora nelle campagne calabro-campane, oggi nella Valle di Susa.