Università e ricercatori, Gelmini: “Trovati i soldi per bandire i concorsi da associato”

Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini

I soldi per i concorsi da associato all’università ci sono, parola del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha parlato al convegno sul trasferimento tecnologico organizzato dall’Acri.

”Dalla professionalità di queste persone dipende la qualità della ricerca. Va però superata una posizione un po’ retriva e cioe pensare che tutti i ricercatori debbano trovare un’occupazione nell’università. Se la società vuole crescere, anche le piccole e medie imprese hanno bisogno, ad esempio, di ricercatori. Non ha senso mantenere i ricercatori precari a vita, occorre, invece, prospettare loro una carriera e questo lo facciamo prevedendo, nella riforma, il meccanismo della ‘tenure track’. O si vince il concorso da associato – abbiamo recuperato i soldi per bandire questi concorsi – oppure si può trovare un impiego negli enti di ricerca o nel settore privato”.

”In Italia non c’è categoria più  importante dei ricercatori”, ha aggiunto. Il ministro si è quindi soffermato sul problema della ‘fuga di cervelli’. ”Oggi se l’Italia è poco attrattiva per i migliori cervelli e se, anzi, assistiamo a una ‘fuga’ dei cervelli il motivo fondamentale non è tanto solo quello delle risorse, ma concerne le regole e i meccanismi di funzionamento. Bisogna snellire le regole, fissando pochi principi da rispettare. Principi però che vanno rispettati da tutti, senza corsie preferenziali”.

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