Veltroni e la riforma dei partiti: “Primarie obbligatorie o meno finanziamenti statali”

Pubblicato il 13 Aprile 2011 - 13:35 OLTRE 6 MESI FA

Walter Veltroni

ROMA – I partiti che non eleggono con le primarie il proprio segretario, perderebbero parte dei finanziamenti pubblici. E’ questo uno dei punti qualificanti di una proposta di legge sottoscritta da un gruppo di deputati del Pd, e il cui primo firmatario è Walter Veltroni. Ad annunciarlo in commissione Affari costituzionali è stato Salvatore Vassallo, che oltre ad essere uno degli estensori della proposta.

La commissione Affari costituzionali sta discutendo alcune proposte di legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, e che disciplinano la vita dei partiti. Tutti i testi (di Pierluigi Castagnetti, di Maurizio Turco, di Carmelo Briguglio e di Ugo Sposetti) stabiliscono che i partiti devono avere un’assetto interno democratico, vale a dire che devono svolgere regolarmente dei congressi e devono eleggere i propri segretari e i propri organismi. In più la proposta Sposetti interviene anche sulle leggi sui rimborsi elettorali, aumentando i sussidi dello Stato.

Dopo la relazione di Andrea Orsini (Pdl) che ha illustrato le diverse proposte, è subito intervenuto Vassallo che ha preannunciato il testo a prima firma Veltroni, ed ha chiesto di sospendere la discussione per poter abbinare la nuova proposta. Richiesta accolta dal presidente Donato Bruno. La proposta di Veltroni, che è stata sottoscritta anche da parlamentari Pd non ”veltroniani”, come Giovanni Bachelet, riprende l’impostazione delle altre proposte di legge. Essa stabilisce che ogni partito deve avere uno statuto, e che esso deve essere democratico, vale a dire che deve avere degli organismi interni e deve avere un segretario-presidente eletto.

Qui interviene la differenza. La proposta Veltroni prevede che il leader sia eletto da primarie. Sono anche contemplate alcune deroghe ”in casi eccezionali”, e che richiedono comunque la deliberazione dell’Assemblea del partito. Ma in ogni caso chi rinuncia alle primarie, dovrà salutare anche la metà del finanziamento pubblico. Il che, nelle intenzioni, è un ottimo incentivo a celebrarle.