Usa, Chicago. Fine della dinastia dei Daley, ora alla poltrona di sindaco punta Rahm Emanuel

Pubblicato il 9 Settembre 2010 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA

Il sindaco di Chicago Richard M. Daley

E’ la fine di una dinastia americana. Il sindaco di Chicago, Richard M. Daley, dopo aver occupato il suo incarico per 20 anni, ha deciso di ritirarsi.

Ma non si tratta di un politico qualunque che attacca i guantoni al chiodo. Richard M. Daley, 68 anni, è stato per quattro lustri l’erede del padre, il leggendario Richard J. Daley, morto nel 1976, che viene generalmente considerato ”l’ultimo dei grandi boss” che in anni trascorsi governavano le metropoli americane riunendosi con i loro fedelissimi in ‘stanze piene di fumo” per decidere, loro e soltanto loro, cosa andava meglio per le loro città.

Di origine working class irlandese il ”vecchio” Daley, come il figlio democratico di ferro, ha sempre governato la turbolenta Chicago col pugno duro, sguinzagliando all’occorrenza i suoi poliziotti che in più di una occasione sono stati accusati di brutalità, come alla convenzione democratica a Chicago nel 1968, ed è stato decisivo nelle campagne elettorali presidenziali di John F. Kennedy nel 1960 e di Hubert Humphrey nel 1968.

Il figlio si è adattato ai tempi ed è stato un sindaco un pò più ”soft” del padre, senza mai essere toccato dall’odore di intrallazzi e dalle critiche suscitate non di rado dal genitore. Ora che se ne va, gli effetti della sua dipartita vanno al di là di Chicago, ”la città del vento”, e si si spingono dall’Illinois verso Washington D.C., nel sancta santorum della Casa Bianca.

Difatti chi aspira molto al posto di sindaco di Chicago è nientemeno che Rahm Emanuel, Capo di Gabinetto della Casa Bianca ed uno dei più stretti collaboratori del presidente Barack Obama. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, la partenza di Emanuel non potrebbe giungere in un momento migliore per l’amministrazione, considerando che alle elezioni di medio-termine previste a novembre i democratici – stando a sondaggi e analisti – starebbero andando incontro ad una sonora batosta ed alla perdita della loro maggioranza al Congresso. Di qui l’esigenza per Obama di un ”reshuffle”, di un rimpasto di tutti i suoi consiglieri di alto rango.

Emanuel ha finora rifiutato di commentare le voci che in tutta Washington lo danno come candidato a sindaco di Chicago. Si è limitato a diffondere un comunicato dove si dice: ”Mentre il sindaco Daley mi ha sorpreso con la sua decisione di non ripresentarsi candidato, non sono mai stato sorpreso dalla sua leadership, dal suo impegno e dal suo instacabile lavoro a beneficio della città e degli abitanti di Chicago”.

Apprezzamento per Daley è giunto anche da Obama, (Chicago è la sua città adottiva), secondo il quale ”nessun altro sindaco in America ha amato una città e servito una comunità con una passione più grande di Rich Daley. Ha contribuito a trasformare Chicago in una metropoli di statura mondiale e lascia un retaggio di progresso che sara apprezzato per generazioni”.

Daley è stato eletto la prima volta nel 1989, ma negli anni recenti la sua popolarità è diminuita, causa la dilagante criminalità, la stagnazione economica e l’insuccesso nell’ottenere che le Olimpiadi 2016 si svolgessero a Chicago.

Nondimeno, un editoriale del Chicago Sun-Times descrive giovedi Daley come ”un sindaco cazzuto” e aggiunge: ”Sebbene il suo stile dittatoriale a volte ci ha offesi, durante i suoi due decenni al municipio Chicago ha conosciuto una fioritura senza precedenti”.

Lo stesso Emanuel ha datto ottima prova di sè alla Casa Bianca come formidabile manovratore, ma non è riuscito a conquistarsi le simpatie della ala sinistra del partito democratico. In ogni caso, rileva il Guardian, la dipartita di Emanuel non causerà preoccupazioni al presidente, che potrà sostituirlo con un volto nuovo. E quanto allo stesso Emanuel, non ha mai fatto segreto del fatto che il suo sogno è di diventare un giorno sindaco di Chicago.