PECHINO, CINA – Il dissidente cinese cieco Chen Guangcheng è al sicuro nell’ambasciata americana di Pechino dopo essere fuggito in modo rocambolesco all’inizio della settimana dal suo villaggio nel nordest della Cina, dove era illegalmente detenuto agli arresti domiciliari.
Lo ha dichiarato alla Bbc un altro dissidente, Hu Jia, che ha aggiunto di aver incontrato Chen ”nelle ultime 72 ore”. Venerdi altri dissidenti avevano anch’essi sostenuto che Chen si trova nell’ambasciata, ma la notizia non e’ stata confermata da fonti americane.
Da ieri, nessuno risponde al numero di telefono dell’ ufficio stampa dell’ambasciata. Nessuna dichiarazione neanche dal Dipartimeto di Stato a Washington e parimenti totale silenzio da parte dei media cinesi.
La vicenda di Chen giunge in un momento delicato nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. La settimana prossima saranno a Pechino il segretario di stato Hillary Clinton e il ministro del tesoro Timothy Geithner nel quadro dell’ annuale ”dialogo strategico ed economico” tra i due Paesi e la vicenda di Chen potrebbe gettare ombra sull’atmosfera dei colloqui. La Clinton ha ripetutamente sollevato il caso del dissidente con le autorità cinesi.
Hu Jia ha raccontato dettagli della fuga di Chen che, pur essendo cieco, ha scalato un ”alto muro” per sfuggire alla sorveglianza dei suoi carcerieri. In seguito, amici e dissidenti lo hanno aiutato a raggiungere Pechino. Amnesty International ricorda in un comunicato che la detenzione di Chen era illegale e chiede al governo di Pechino di ”garantirne la sicurezza”.
Il gruppo umanitario denuncia inoltre gli arresti del fratello del fuggitivo, Chen Guangfu, e dell’ attivista He Peirong, che con altri dissidenti lo ha aiutato a fuggire e a raggiungere Pechino.
Chen, 40 anni, era stato messo agli arresti domiciliari nel 2010 dopo aver scontato quattro anni di prigione. Secondo quanto si è appreso, le autorità cinesi sino sono accorte della sua fuga solo giovedi.