Clima: tutto si decide a Washington

Pubblicato il 7 Dicembre 2009 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Mentre i capi di stato e di governo si incontrano nel summit a Copenaghen per discutere sul clima mondiale, i leader economici si stanno concentrando ancor più su Washington, dove il presidente Barack Obama dovrebbe annunciare oggi formalmente che il biossido di carbonio è un inquinante pericoloso.

L’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (Epa) potrebbe aprire la strada per ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri 5 pericolosi gas serra, realizzando cambiamenti costosi per ridurre le emissioni. Le azioni dell’Epa per regolare le emissioni potrebbero influenzare l’economia statunitense  in modo più veloce e diretto rispetto a qualsiasi altro accordo firmato nella capitale danese, dove peraltro non si attendono grandi risultati concreti.

La decisione dei leader mondiali di partecipare alla conferenza ha fatto crescere le speranze dopo che a novembre Rasmussen aveva avvertito che stava scadendo il tempo per raggiungere un trattato legalmente vincolante. L’obiettivo di Copenhagen è quello di arrivare a un accordo politico e fissare una nuova scadenza nel 2010 per i dettagli relativi ai vincoli legali del nuovo trattato.

Il primo ministro britannico Gordon Brown ha scritto oggi sul quotidiano Guardian che “il governo britannico è assolutamente chiaro sull’obiettivo da raggiungere. Il nostro scopo è un accordo complessivo e globale che venga poi convertito in un trattato vincolante sul piano internazionale in non più di sei mesi”. Brown ha aggiunto: “Se entro la fine della settimana prossima non avremo raggiunto l’ambizioso accordo, sarà un atto d’accusa contro la nostra generazione che i nostri figli non dimenticheranno”. “Se non ci uniamo per intraprendere delle azioni decisive, il cambiamento climatico devasterà il nostro pianeta e con esso la nostra prosperità e la nostra sicurezza” scrivono oggi in un editoriale comune 56 giornali di 45 paesi, tra cui “The Guardian”, il francese “Le Monde”, lo spagnolo “El Pais”, l’italiano “La Repubblica” e il canadese “Toronto Star”, invitando i leader mondiali a intraprendere un’azione decisiva.