G20: 456 miliardi all’Fmi, più potere ai Brics e crescita per l’Europa

(Foto LaPresse)

LOS CABOS – Crescita, posti di lavoro e 456 miliardi per il Fondo Monetario Internazionale da usare come “firewall”, o protezione, per l’Europa. I 20 leader politici dei Paesi più industrializzati hanno deciso questo piano per affrontare la crisi che sta sconvolgendo l’Unione europea con riflessi planetari.

I Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si impegnano a versare 75 miliardi di dollari (Brasile, Russia e India intendono dare 10 miliardi di dollari ciascuno, la Cina 43 miliardi di dollari e il Sud Africa 2 miliardi di dollari). Quindici miliardi arriveranno da Arabia Saudita, Corea del Sud e Regno Unito, 150 dai 17 Paesi della Zona Euro. Gli Stati Uniti, invece, si fanno da parte, e non danno nulla.

Il silenzio di Washington si fa sentir anche con il presidente Barack Obama che annulla l‘incontro con i leader europei Angela Merkel, Francois Hollande, Mario Monti e i presidenti della Commissione Europea José Manuel Barroso e del Consiglio Europea Herman Van Rompuy.

La Casa Bianca dice che l’incontro è saltato perché la cena del G20 è andata troppo per le lunghe. Fonti tedesche dicono che è stata la cancelliera Merkel a chiedere il rinvio, perché avrebbe considerato sufficiente l’incontro con Obama prima della cena.

Sull’Europa il presidente del Consiglio Mario Monti spiega che un appuntamento importante di “avvicinamento a queste decisioni sarà il quadrilaterale a Roma del 22 giugno” Merkel-Hollande-Rajoy-Monti. E Barroso sottolinea: “Non siamo qui per prendere lezioni di democrazia o di gestione dell’economia”.

I 20 Grandi hanno stilato un piano globale per la creazione di lavoro, ritenuto l’obiettivo primario per contrastare gli effetti della crisi economica europea. Lavoro da creare anche attraverso la spesa pubblica. E proprio qui ci sarebbero discrepanze di vedute con la Germania della rigorosa Merkel, favorevole all’austerity, e non alla spesa pubblica.

I Brics si sono visti assicurare un maggior peso e una maggiore rappresentanza a livello di Fmi. La Cina si è vista accogliere favorevolmente le proprie riforme del sistema valutario, e gli altri 19 Paesi hanno accettato il fatto che i tassi di cambio debbano essere determinati dal mercato, evitando svalutazioni.

Soddisfatto il direttore generale dell’Fmi, Christine Lagarde: “Si è arrivati a 456 miliardi di dollari in più. Questi fondi possono essere usati come seconda linea di difesa” per risolvere e prevenire crisi finanziarie. L’aumento “raddoppia quasi la capacità di erogazione prestiti del Fmi. Queste risorse saranno rese disponibili per prevenire e risolvere crisi. Saranno prelevate solo se sarà necessario come seconda linea di difesa dopo le risorse già disponibili. Se prelevate saranno restituite con gli interessi”.

 

 

 

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