Giappone, sulla base Usa di Futenma scontro nel governo: cade un ministro

Pubblicato il 28 Maggio 2010 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA

La base americana di Futenma

Il premier giapponese Yukio Hatoyama è costretto a un atto di forza, rimuovendo Mizuho Fukushima, ministro alle Pari opportunità e leader del partito Socialdemocratico (Sdp), contrario alla risistemazione della base Usa di Futenma nell’isola di Okinawa.

Una scossa al partito Democratico (DpJ), a poco più di un mese dalle elezioni per il rinnovo del Senato, di inizio luglio.

La gestione della vicenda Futenma ha causato molti scontenti: ha irritato Washington, dato una scossa all’esecutivo (l’Sdp dovrebbe lasciare la maggioranza) e minato la capacità di Hatoyama d’attuare lo schema concordato con il presidente Barack Obama, che residenti e amministrazioni locali di Okinawa hanno ampiamente detto di non volere.

Di prima mattina, il premier ha reso noto l’intesa dopo quasi 10 mesi di tentativi e negoziazioni, che alla fine ricalca il canovaccio del 2006, che Hatoyama aveva promesso di cambiare nel corso della campagna elettorale dell’agosto 2009.

Il vecchio accordo prevedeva che le funzioni dell’eliporto di Futemma, a Ginowan, fossero trasferite a Henoko, accanto a Camp Schwab, altra postazione militare americana a Nago, entro il 2014. La nuova versione ha ribadito che l’impianto sarà presso l’area di “Camp Schwab-Henoko e nelle acque adiacenti”. Poche variazioni e tutte marginali.

Accanto all’attenzione ecologica, alcune attività di addestramento delle truppe Usa a Futemma saranno trasferite nell’isola di Tokunoshima (prefettura di Kagoshima) e di Guam (territorio Usa), come opzioni possibili.

“Abbiamo provato a trovare nuovi siti, più di 40, ma i Marine hanno bisogno di strutture che siano integrate: chiedo scusa a tutti, alle popolazioni interessate e al Giappone per le preoccupazioni causate”, ha detto il premier, in conferenza stampa.

Ha ribadito la strategicità “dell’alleanza tra Usa e Giappone”, a maggior ragione dopo le turbolenze nella penisola coreana, e chiesto “la comprensione di tutti per completare” il piano e permettere che 8.000 marine – in base all’accordo – siano trasferiti da Okinawa a Guam.

Il ‘licenziamento’ di Fukushima “è stato un doloroso”, ma non c’era altra scelta. “Non potevo firmare il documento – ha replicato la diretta interessata – mi batto da 20 anni per alleggerire il peso delle truppe Usa (circa 25.000) sulla gente di Okinawa”.

Nell’isola, intanto, per tutta la giornata sono andate avanti le proteste: Susumu Inamine, sindaco di Nago, ha dichiarato che le probabilità di rilocare la struttura di Futenma nella zona costiera della città sono pari a ‘zero’ e che non parteciperà a negoziati.

“Realizzare l’accordo è estremamente difficile”, ha detto Hirokazu Nakaima, governatore della prefettura di Okinawa, secondo cui nella vicenda non c’è stata comunicazione tra governo centrale e autorità locali: “Ho l’impressione che l’intesa sia stata raggiunta sopra le nostre teste”. Tutto questo mentre migliaia di persone, sfidando la pioggia, davano del ‘traditore’ al premier, mostrando cartelli con il carattere cinese in rosso che significa ‘rabbia”.