Israele, sgombero dei coloni: vacilla il governo Netanyahu

Pubblicato il 22 Aprile 2012 - 19:34 OLTRE 6 MESI FA

TEL AVIV – Il governo di Benyamin Netanyahu ha preso adesso a scricchiolare.

II problemi per il premier giungono piuttosto dal suo stesso partito, il Likud, dove la corrente massimalista preme affinche' siano legalizzati alcuni avamposti selvaggi in Cisgiordania. Ad accrescere il senso di urgenza vi e' la Corte suprema di Gerusalemme che ha deciso per il primo maggio lo sgombero e la demolizione di alcuni edifici nell'insediamento di Beit El (settemila abitanti, presso Ramallah, Cisgiordania) perche' costruiti su terre private di palestinesi.

Suo malgrado, Netanyahu e' stretto in una morsa. Da un lato, il ministro della difesa Ehud Barak – responsabile supremo delle attivita' israeliane in Cisgiordania – insiste affinche' il governo agisca secondo il volere della Corte Suprema, nel rispetto meticoloso dello Stato di diritto. Ma diversi ministri del Likud (e con loro, il presidente del parlamento, Reuven Rivlin) dicono a Netanyahu che lo sgombero delle 30 famiglie di Beit El ''non s'ha da fare''. Se Barak lo ordinasse lo stesso – ha avvertito il vicepremier Moshe Yaalon (Likud) – il governo rischierebbe di sfaldarsi, per la fuoriuscita di due liste nazionaliste. Sono ore febbrili per Netanyahu che non vuole scontentare la base del partito, ma neppure prende in considerazione di rinunciare al suo ministro della difesa: tanto piu' in settimane critiche, in cui Israele segue col fiato sospeso le trattative fra il Gruppo 5+1 delle potenze mondiali e l'Iran sui progetti nucleari di Teheran. Il premier ha allora chiesto ai suoi consiglieri di escogitare ''una soluzione creativa'', che finora non si profila pero' all'orizzonte. ''Dobbiamo tornare alla Corte Suprema, spiegare ai giudici che la situazione e' piu' complessa di quanto pensavamo. Loro comprenderanno'', ha proposto il ministro Israel Katz (Likud). Altrimenti, si varera' una nuova legge in parlamento.

STADI VIOLENTI, TOLLERANZA ZERO – Pur sommerso da impellenti questioni di Stato, Netanyahu ha oggi dedicato buona parte della seduta del Consiglio dei ministri alla violenza che sempre piu' spesso si scatena negli stadi di calcio in Israele. Venerdi' una mega-rissa e' scoppiata fra i giocatori di due squadre di Serie B, dodici dei quali sono stati poi messi agli arresti domiciliari. Di conseguenza, le partite dei due maggiori campionati ieri sono state rinviate. Per placare un'opinione pubblica molto turbata, si esaminano misure straordinarie: fra queste il dispiego di ingenti forze di polizia ed una radicale riorganizzazione dell'Associazione calcio. Malgrado sia un appassionato del pallone, il premier ha avvertito: ''Se ci sara' violenza, non ci sara' piu' calcio''.