Libia. I “volenterosi” mandano istruttori militari per i ribelli, Gheddafi minaccia ritorsioni

Pubblicato il 21 Aprile 2011 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

Muammar Gheddafi (foto lapresse)

TRIPOLI – I “volenterosi” mandano istruttori militari per i ribelli e dalla Libia Muammar Gheddafi risponde con le minacce. Il concetto è quello che Francia, Gran Bretagna e Italia spediscono dei maestri per i soldati improvvisati e come da copione il regime libico passa alle ritorsioni.

Invita la comunità internazionale «a stare attenta alle conseguenze» che potrebbe avere la «decisione di Italia, Francia e Gran Bretagna di inviare degli addestratori militari in Libia» a sostegno degli insorti. Il messaggio è stato diffuso dal ministero degli Esteri del regime attraverso la tv di stato di Tripoli ’al-Jamahiriya’. Il regime chiede di prestare attenzione anche alle conseguenze «del piano dell’Unione Europea di dispiegamento delle sue truppe in Libia».

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha comunque precisato i termini della scelta italiana. «Non hanno niente a che vedere con i consiglieri militari», ha spiegato dei 10 uomini che saranno inviati, «non necessariamente carabinieri». «Sono», ha aggiunto, «semplicemente degli istruttori, cioè delle persone che danno nozioni di come un soldato deve muoversi e deve usare gli strumenti a sua disposizione, nè più nè meno». Quanto ai tempi della loro partenza, La Russa ha spiegato che «è troppo presto per dirlo», visto che sono passate appena 24 ore dalla decisione. Gli Usa, invece -all’indomani della telefonata del premier David Cameron, che mercoledì sera ha contattato Silvio Berlusconi e Barack Obama- hanno confermato che non invieranno nè truppe di terra, nè istruttori militari in rinforzo dei ribelli. «C’è la volontà di aiutarli ad organizzarsi meglio ma non prenderemo parte a questa operazione», ha spiegato il segretario di Stato Hillary Clinton. In precedenza la Casa Bianca aveva precisato che non ci sono piani al momento per l’invio di soldati statunitensi sul campo; ma Barack Obama aveva espresso il suo sostegno alla decisione degli alleati di inviare addestratori per i combattenti anti Gheddafi. Intanto la Nato ha smentito la notizia della morte di civili nei raid sul sobborgo di Khellat Al-Ferjan, a sud-ovest di Tripoli. L’obiettivo dell’operazione, ha specificato una fonte dell’Alleanza, «era un bunker di comando e controllo all’interno di un compound militare e non ci sono indicazioni di vittime civili». Diversa la versione dei media libici che avevano dato notizia della morte di sette civili e il ferimento di altri 18 nei raid della Nato contro la capitale libica. Proseguono gli attacchi delle forze del regime su Misurata, l’ultima roccaforte ribelle in Tripolitania dove mercoledì sono stati uccisi il fotoreporter americano Chris Hondros e il collega britannico Tim Hetherington.

Intanto la Russia oggi ha bocciato l’invio di istruttori militari in Libia in aiuto ai ribelli deciso da Italia, Francia e Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, ha espresso il timore che la decisione preluda a un intervento militare terrestre che per Mosca sarebbe «estremamente rischioso e dalle conseguenze imprevedibili». E intanto, mentre Misurata rimane sotto assedio, un gruppo di ribelli libici ha preso il controllo di un valico di frontiera situato tra la Libia e a la Tunisia. Il monito di Mosca è stato perentorio: «Ci sono già stati dei casi nella storia in cui tutto è iniziato con l’invio di istruttori militari», ha ricordato Lavrov parlando a margine di una visita a Lubiana, «e poi le cose si sono protratte per anni con centinaia di migliaia di morti da entrambe le parti».