Usa. La NSA spiò Luther King, Muhammad Ali, senatori democratici e repubblicani

Pubblicato il 26 Settembre 2013 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA
Il quartier generale della NSA

Il quartier generale della NSA

WASHINGTON, STATI UNITI – Nuovi documenti della National Security Agency (NSA) declassificati in seguito a una richiesta della George Washington University hanno rivelato che l’agenzia di intelligence americana ha spiato i contatti all’estero dei leader dei diritti civili Martin Luther King e Whitney Young, del pugile Muhammad Ali, dell’umorista del Washington Post Art Buchwald e di un paio di senatori.

I documenti mostrano che alla Nsa fu ordinato di sorvegliare le telefonate all’estero e il traffico di cablogrammi dei senatori Frank Church, un democratico, e Howard Baker, repubblicano. Per scioccante che siano state le rivelazioni della talpa del Datagate Edward Snowden, non sono emersi segnali che sia accaduto qualcosa di simile negli ultimi tempi: che cioe’ l’agenzia di intelligence americana si sia presa la briga di spiare gli avversari politici della Casa Bianca.

Erano gli anni della guerra in Vietnam: le dimensioni della protesta avevano creato indignazione nel presidente Lyndon Johnson e nel suo successore Richard Nixon. Ci si chiedeva se la l’opposizione interna avesse legami oltreoceano. Per scoprirlo la Cia monto’ l’Operazione Chaos, mentre la Nsa collaboro’ con altre agenzie di intelligence per creare liste di pacifisti da mettere sotto osservazione in quella che a fine anni Sessanta venne ufficialmente battezzata Operazione Minareto.

Durante i sei anni di vita di Minareto, la Nsa monitoro’ gli scambi telefonici all’estero di 1.650 cittadini Usa, la maggior parte dei quali oppositori della guerra in Vietnam e membri di organizzazioni sovversive secondo il giudizio della Casa Bianca. Un documento declassificato trovato alla Gerald Ford Presidential Library di Ann Arbor ha confermato che tra i target tra 1967 e 1973 ci furono anche Jane Fonda e Tom Hayden, Kathy Boudin e il militante nero Stokey Carmichael.

Martin Luther King entro’ nella “watch list” di Minareto nel 1967 per varie ragioni: uno dei suoi consiglieri era Stanley Levison, ex membro del partito comunista americano. Il reverendo era sempre stato un oppositore della guerra in Vietnam: le sue telefonate furono intercettate fino al giorno in cui fu assassinato a Memphis, Tennessee, nel 1968.