Nucleare, cosa ci ha insegnato Fukushima? Ripartire da sicurezza e trasparenza

FUKUSHIMA – Il disastro avvenuto nella centrale nucleare di Fukushima in Giappone dovrà fornire delle lezioni per la politica nucleare dei prossimi anni. Tutte le più importanti potenze nucleari, dall’America alla Francia, dalla Germania all’India, hanno promesso davanti ai loro cittadini che la catastrofe giapponese porterà una radicale revisione dei sistemi di sicurezza degli impianti. In un articolo apparso recentemente nel New York Times, gli editori del giornale americano hanno sviluppato alcune punti che richiederanno un attento esame da parte di quei paesi che adoperano l’energia nucleare.

Ci si dovrà senz’altro prendere cura, negli Stati Uniti o altrove, affinché la catena delle informazioni e delle responsabilità funzioni senza opacità. L’incidente seguito al sisma ha mostrato una preoccupante mancanza di trasparenza da parte della compagnia responsabile della centrale di Fukushima, la Tepco, come pure dello stesso governo giapponese. La volontà di non far scattare il panico non può in alcun caso condurre a minimizzare i potenziali danni alla salute dei cittadini.

Mentre Tokio ordinava un’evacuazione per un raggio di 30 km, l’ambasciata americana, lasciando intendere che le autorità nipponiche sottacevano la verità, consigliava ai suoi cittadini di allontanarsi per un raggio di almeno 50 km. I piani di evacuazioni dovranno inoltre essere rivisti, affinché in siutazioni di emergenza si possa procedere ad una più rapida messa in sicurezza delle popolazioni in pericolo. I casi di reattori vicini a centri abitati densamente popolati dovranno essere attentamente esaminati.

Le più importanti questioni che sono state sollevate dall’incidente nucleare sono di carattere tecnico. La centrale di Fukushima, il cui reattore più vecchio era del 1971, ha rivelato delle carenze che dovranno servire da monito per i costruttori e i responsabili delle centrali. In primo luogo, si dovrà pensare a come proteggere quelle centrali che sono state costruite su zone ad alto rischio sismico. Almeno due centrali californiane sono situate poco lontano dalla costa, su una faglia geologica, esposte ad entrambi i rischi, lo tsunami e il terremoto.

I reattori che sono stati danneggiati dallo tsunami e che hanno scatenato diverse esplosioni a catena sono del tipo Mark 1 prodotto dall’americana General Electric. I regolatori nucleari di tutto il mondo dovranno sincerarsi se, allo stato attuale, i reattori di questo tipo non siano vulnerabili e che le modifiche apportate nei modelli seguenti siano sufficienti a renderli sicuri.

Infine, la lezione più importante sembra essere la seguente: al fine di prevenire la fusione nucleare è fondamentale avere energia sufficiente per garantire il raffreddamento costante del reattore. Il disastro giapponese è in buona parte dovuto all’avaria del sistema elettrico provocata dal terremoto e dalla messa fuori uso dei generatori diesel a causa del susseguente tsunami.

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