Gli Stati Uniti sospettano il Pakistan di fare il doppio gioco con Al Qaeda

di Licinio Germini
Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente pakistano Asif Ali Zardari

WASHINGTON, STATI UNITI – Gli americani sono decisi a vederci chiaro una volta per tutte se nel governo pakistano, nei suoi servizi segreti (ISI) e nell’esercito ci sono elementi che, come ha detto in televisione senza peli sulla lingua Thomas Donilon, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Barack Obama, fanno il doppio gioco con i talebani se non addirittura anche con Al Qaeda.

 ”E’ semplicemente incredibile  che Osama bin Laden se ne sia stato tranquillo ed accudito per 5 anni in una villa ad Abbottabad, sede di una guarnigione militare, 50 km. da Islamad, senza l’aiuto e la collaborazione di qualcuno”, ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca. E tra gli americani sono in molti a pensarlo.

Donilon ha chiesto ai pakistani, ma finora senza ottenere risposta, di poter intervistare le tre vedove del capo terrorista che, avendo vissuto in quella villa di cose ne devono sapere parecchie. Il fatto che Islamabad sia così restia la dice lunga su quello che potrebbe voler a tutti i costi nascondere agli americani. Ma nella guerra ai talebani e ad Al Qaeda il Pakistan è per gli Stati Uniti un alleato, per quanto difficile, importante.

Per questo sia Donilon che Obama si sono guardati bene nelle loro dichiarazioni dall’accusare i vertici di Islamabad di sapere dov’era bin Laden mentre gli usa spendevano miliardi di dollari per acciuffarlo. Anzi, hanno ribadito che il Pakistan, una potenza nucleare, è un partner essenziale dell’America nella lotta al terrorismo.

Ma Donilon ha lanciato un sibillino avvertimento: l’esame di tutto il materiale sequestrato dai commando americani nella villa di bin Laden potrebbe fare luce su chi, nel governo o fuori del governo di Islamabad, possa aver protetto ed aiutato il capo di Al Qaeda. Insomma, con ogni mezzo gli Stati Uniti vogliono sapere se nel governo, nei servizi segreti e nei militari ci sono stati elementi che hanno consentito a bin Laden di nascondersi per tanto tempo.

Le vedove potrebbero essere strumentali, perchè, come ha detto un aiutante di Donilon, ”esse sicuramente sanno chi ha mantenuto vivo bin Laden per tutti quegli anni”. Il Pakistan, tuttora furioso per il raid condotto dai commando Usa sul suo territorio senza avvertire nessuno, ha dichiarato che sull’intera faccenda di bin Laden svolgerà un’inchiesta, ma funzionari americani hanno dichiarato al New York Times che non potrà essere credibile

Alla teoria del ”doppio gioco”, una frase che ormai circola liberamente nei palazzi del potere di Washington, ha alluso lo stesso Obama, quando intervistato durante il popolare programma della CBS ”60 minutes”, ha detto testualmente: ”Noi crediamo che in Pakistan deve esserci stata una rete di appoggio a bin Laden”.

Il dibattito in seno all’amministrazione riguardo all’entità delle pressioni da esercitare sul Pakistan – e se rendere pubbliche le informazioni che gli Stati Uniti già posseggono sul suo ”doppio gioco” – ha risollevato il problema di decidere se fare a meno della tacita intesa tra Islamabad e Washington o modificarla radicalmente. Per anni quell’intesa è stata semplice: miliardi di dollari americani ai militari pakistani in cambio dell’assistenza alla caccia ad Al Qaeda.

Ma, ha rilevato Donilon, un’alternativa a quell’intesa è rischiosa. Tagliare i finanziamenti al Pakistan significherebbe fare a meno della sua collaborazione nell’antiterrorismo, e perdere ogni possibilità di controllo sull’enorme arsenale nucleare di Islamabad, che potrebbe cadere nelle mani di terroristi. Ma i responsabili militari, da sempre timorosi che commando americani possano impossessarsi dei loro all’incirca 100 ordigni nucleari, hanno dichiarato in una conferenza stampa che essi ”sono ben protetti” e tutelati ”da un elaborato sistema difensivo”.

”Le nostre relazioni col Pakistan non sono facili – ha detto Donilon – ma abbiamo anche lavorato assieme proficuamente nel combattere il terrorismo”. Ed ha aggiunto: ”Più terroristi ed estremisti sono stati catturati o uccisi in Pakistan che in qualsiasi altro Paese del mondo”.