Come cambia la Chiesa con gli 8 consiglieri di Papa Francesco

Pubblicato il 14 Aprile 2013 - 17:37| Aggiornato il 14 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

CITTà DEL VATICANO – Otto cardinali per aiutare il Papa nelle difficili decisioni di governo. La Chiesa cattolica, su impronta di papa Francesco diventa collegiale. Chi sono gli otto consiglieri, e che ruolo avranno? Lo spiegano Giacomo Galeazzi sulla Stampa e, di seguito, Umberto Melloni sul Corriere della Sera:

Roma diventa collegiale. Otto cardinali dei cinque continenti sono chiamati da Francesco ad affiancarlo in un gruppo di lavoro che si riunirà a ottobre per «consigliarlo nel governo della Chiesa» e «studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor Bonus», cioè riformare il Vaticano. Insomma, il Papa commissaria la Curia e dà il preavviso al Segretario di Stato, Tarcisio Bertone: entro giugno sarà annunciato il suo sostituto, che entrerà in ruolo dopo l’estate. Nel gruppo solo uno dei porporati è residente a Roma ed è Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, organismo al servizio della Curia in quanto le fornisce gli strumenti operativi e logistici ma in senso stretto non ne fa parte. Bertello, la cui onestà e trasparenza sono ben conosciute da Bergoglio (in Messico svelò i crimini del fondatore dei Legionari di Cristo, Maciel) potrebbe sostituire Bertone. Tra i candidati anche i diplomatici Ventura, Stella, Parolin, Becciu. Con calma, e mentre continua a guardarsi intorno per capire i meccanismi romani, il Pontefice vuole comunque dare un segnale di ricezione delle indicazioni del preconclave. Così, a un mese dall’elezione costituisce un «direttorio». Il gruppo consiglierà Francesco e non intaccherà il ruolo di aiutare il Papa che è proprio della Curia. I consiglieri, in rappresentanza degli episcopali nazionali (ma non c’è nessuno della Cei), daranno un respiro di universalità al governo della Chiesa, come richiesto dalle congregazioni generali.

Egli (papa Francesco, ndr) ha creato di fatto un organo sinodale, di vescovi, che dovrà sperimentare l’esercizio del consilium: non sarà infatti un contropotere democratizzato, ma una espressione delle chiese e dei continenti per aiutare il vescovo di Roma nel compito d’animare la comunione del collegio episcopale e la comunione delle chiese nell’unità della fede. Questo consiglio di comunione avrà in testa alla sua agenda la riforma della curia romana, epicentro di una crisi sistemica che durante il conclave aveva addirittura spinto vari cardinali a ritenere che si dovesse scegliere un papa sagomato su un disastro che ha comunque responsabilità precise e circoscritte. Per fortuna, come suggerito dalla omelia pro eligendo Pontifice del cardinale Sodano, gli elettori hanno invece cercato e trovato un pastore, Francesco. E adesso sarà l’incontro fra la sua prospettiva pastorale e le istanze delle grandi chiese continentali che dovrà decidere come ridurre il numero e l’impermeabilità di congregazioni pensate quattro secoli e mezzo or sono.