Renzi ha convertito Ban Ki-moon? Si Onu alle azioni anti scafisti?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Aprile 2015 - 06:02 OLTRE 6 MESI FA
Renzi ha convertito Ban Ki-moon? Si Onu alle azioni anti scafisti?

Foto LaPresse

ROMA – Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sembra avere cambiato idea sulla necessità di azioni di “polizia” un po’ maschie contro i barconi degli scafisti che sbarcano sulle coste italiane migliaia di clandestini. Visti i precedenti in materia di abilità propagandistica di Matteo Renzi c’è da restare prudenti, però, secondo la cronaca di Alberto Gentili per il Messaggero, Ban Ki-moon

“ha impartito la sua benedizione all’operazione di polizia internazionale contro gli scafisti, decisa dal Consiglio europeo giovedì scorso su richiesta italiana: «Come Onu siamo pronti a lavorare con voi. Dobbiamo fermare e prevenire i trafficanti criminali. Occorre affrontare il problema alla radice, perché i migranti rischiano la vita. E di certo l’Italia non può fare tutto da sola, un singolo Paese non è in grado di sopportare la responsabilità della peggiore crisi umanitaria dalla Seconda Guerra mondiale”.

Il cambio di atteggiamento di Ban Ki-moon non sarebbe avvenuto ovviamente sulla via di Damasco ma sul ponte della nave San Giusto, della Marina militare italiana, in navigazione nelle acque della Sicilia.

Era quanto Matteo Renzi voleva sentirsi dire da Ban Ki-moon, sostiene Alberto Gentili, primo passo per

“ottenere l’ombrello delle Nazioni unite alla missione europea di sicurezza e difesa. Obiettivo: compiere operazioni chirurgiche per la confisca o l’affondamento dei barconi dei trafficanti sulle coste libiche, prima che su di essi vengano stipati i migranti”.

Bisogna, avrebbe sostenuto Ban Ki-moon

“lottare contro la tratta di esseri umani per fermare le fonti di approvvigionamento dei terroristi”. Quindi è urgente “prevenire l’ingresso dei migranti in Libia per evitare le crudeltà dei criminali”.

Se fosse vero, sarebbe un bel successo per Matteo Renzi, che avrebbe ribaltato la posizione preliminare e pregiudiziale di Ban Ki-moon riferita la vigilia da Valentina Errante sempre sul Messaggero. Secondo Valentina Errante, l’Onu aveva bocciato il progetto europeo:

“Il segretario generale Ban Ki-moon si dice contrario all’ipotesi di bombardare i barconi”.

Dal vertice europeo era stato dato un mandato esplorativo a Federica Mogherini, alto commissario europeo per la politica estera,

“per una missione europea che serva a identificare e distruggere i barconi. È uno dei punti più delicati sul quale è necessario il coinvolgimento dell’Onu. Sembrava scontato arrivasse il via libera e invece le parole di Ban Ki-moon, «non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo», stravolgono la prospettiva. La risoluzione avrebbe lo scopo di dare copertura a quello che viene definito non un intervento militare, ma «un’operazione di polizia internazionale» finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini”. [Ma non sarà facile] ottenere una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, dove non sarà facile convincere Russia e Cina a dire sì”.

Intanto in Italia litigano tutti. Spiega sempre Valentina Errante:

“C’è l’ipotesi di utilizzare le caserme dismesse come hub di accoglienza per ospitare i profughi, ma anche il problema dei fondi necessari per consentire agli enti locali di far fronte all’emergenza. «Siamo pronti a fare la nostra parte – ribadisce Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente della associazione dei comuni italiani – ma dobbiamo essere messi nelle condizione di riuscirci, il che significa prima di tutto avere spazi per la prima accoglienza, come le caserme che sono gli spazi più grandi e adeguati».

La replica di Luca Zaia, governatore del Veneto e candidato alle prossime elezioni, arriva in fretta: «Chi, ad ogni aggravarsi della prevedibilissima e sottovalutata crisi dei migranti, torna a ipotizzare le caserme dismesse come soluzione, non ne ha mai vista una: sono discariche a cielo aperto dove prima di tutto verrebbe calpestata la dignità delle persone».

In realtà neppure dal Dipartimento per l’immigrazione e diritti civili, che in nome dei principi di accoglienza e condivisione delle responsabilità, ha chiesto ai prefetti di trovare siti che ospitassero i profughi sul territorio, l’ipotesi viene ritenuta la soluzione ideale. Da parte del Viminale, che ha già progettato un’equa distribuzione, si vorrebbe evitare una forte concentrazione di migranti sul territorio che avrebbe certamente un impatto sociale pesante ed effetti negativi. Ma l’ultima parola, purché si aprano le porte, sarà degli enti locali. Del resto nella circolare del 13 aprile, rimasta lettera morta, Mario Morcone, responsabile del Dipartimento, sollecitava i prefetti a trovare un accordo con le amministrazioni. Ma la Lega non intende cedere. La seconda circolare, già predisposta dal Viminale, non è ancora partita, l’attenuarsi degli sbarchi non ha reso indispensabile la richiesta di posti e un nuovo scontro con Comuni e regioni.

Sono oltre un centinaio le caserme dismesse dal ministero della Difesa. Da aprile 2014 è stata avviata una triangolazione con l’Agenzia del demanio e gli enti locali per la cessione delle strutture. A luglio, sette caserme a Roma, cinque a Milano e quattro a Torino sono passate ai comuni”.