La nuova ridistribuzione dei distretti elettorali complica la rielezione di Obama

Pubblicato il 27 Dicembre 2010 - 05:34 OLTRE 6 MESI FA

Proprio quando giungono le notizie di una rimonta di Barack Obama nei sondaggi, una brutta notizia colpisce l’amministrazione democratica. Le possibilità di rielezione del primo presidente afroamericano, penalizzato da mesi da sondaggi non lusinghieri, sono ulteriormente assottigliate da una prevista modifica della carta elettorale.

Il Bureau of Census è un’istituzione preposta a contare la popolazione americana almeno una volta ogni dieci anni, con lo scopo di riscrivere la mappa elettorale per determinare il numero di Deputati nel Congresso per ogni stato. Quest’anno, rispondendo a dei criteri di equità della rappresentanza, devono essere ridisegnati i 434 distretti elettorali che determinano gli eletti al Parlamento americano.

Il problema per i Democratici è che la popolazione continua a spostarsi dagli stati storicamente democratici della cosiddetta Rust-Belt (la zona industriale del Nord Est) a vantaggio della Sun Belt, i paesi del Sud, tradizionalmente di orientamento conservatore. Il più grande vincitore di questo cambiamento è il Texas, uno stato dominato dal Great Old Party, che disporrà di quattro seggi supplementari. A perdere influenza sono invece stati come l’Ohio e New York dove Obama ha conquistato la maggioranza nel 2008.

Ma i problemi non finiscono qui per i democratici. Le recenti elezioni hanno portato i repubblicani al controllo delle camere legislative in stati cruciali come Ohio, Pennsylvania, Florida, Indiana, Maine e Wisconsin. Grazie alla loro posizione i repubblicani avranno una pesante voce in capitolo nel rimodellamento delle cartine elettorali. La moderna tecnologia permette ai politici di usare sofisticati software capaci di modellare distretti “politicamente intelligenti”, dove vengono penalizzati gli avversari politici e dove sono rinforzate le possibilità dei candidati del proprio partito.

La pratica negli Stati Uniti non è una novità. Dieci anni fa, i repubblicani arrivati al potere in Pennsylvania, volevano spostare il vantaggio sui democratici a un rapporto 11 a 10, a uno 13 a 6. Per fare questo furono disegnati dei nuovi distretti che obbligavano diversi democratici eletti a gareggiare l’uno contro l’altro, facendo perdere di conseguenza il peso elettorale complessivo del loro partito. All’occasione i democratici fecero delle cause civili per tentare di bloccare i “grotteschi confini elettorali”, come li definì l’autorevole Almanac of American Politics.

Il portavoce del Partito Democratico, Brad Woodhouse, ha detto che i suoi colleghi sono consapevoli della sfida che dovranno affrontare ma che «stanno facendo tutto per assicurarsi che in ogni stato il processo elettorale si svolga secondo la legge»