Rifugiati, Donald Trump rilancia le safe zone per la Siria. “Stati del Golfo paghino in petrolio”

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Febbraio 2017 - 06:23 OLTRE 6 MESI FA

MiAMI- In un comizio a Melbourne, in Florida, il presidente Usa Donald Trump ha insistito su nuovo piano in Siria che prevede “safe zone”, aree sicure, così da evitare di accogliere i rifugiati negli Stati Uniti. Ha aggiunto che gli Stati del Golfo, dovrebbero pagare per le safe zone, a loro i soldi non mancano e gli Usa hanno circa “20 trilioni di dollari” di debito. Sui rifugiati siriani, ha detto “Li abbiamo tutti nel cuore. Ciò che voglio è realizzare safe zone in Siria e in altri posti, così che possano rimanere lì e vivere in sicurezza fin quando le loro città e il Paese, escano dalla situazione creata da Obama e da altri”.

Le safe zone, non erano incluse nell’ordine esecutivo del 27 gennaio che vietava l’entrata negli Usa ai rifugiati siriani e immigrati provenienti da 7 paesi a maggioranza musulmana, Siria, Iraq, Iran, Yemen, Libia, Sudan e Somalia. L’ordine esecutivo da molti è stato etichettato come crudele nei confronti di siriani che avevano già iniziato il processo di migrazione. Sul divieto ci sono state proteste a livello nazionale ed è stato poi stroncato in tribunale.

La linea dell’avere “a cuore” rappresenta un cambiamento nei discorsi di Trump che si concentrano principalmente su “American First”, l’America innanzitutto, scrive il Daily Mail. Nelle safe zone, i civili sarebbero protetti dalla comunità internazionale ma in realtà non è così sicuro siano al riparo dal terrorismo. Trump ha annunciato che i sette Paesi arabi che si affacciano sul Golfo Persico dovranno pagare le safe zone, un po’ come quando ha affermato che il Messico avrebbe dovuto pagare per realizzare il muro al confine sud, poiché indebitato con gli Usa.

In precedenti discorsi, il presidente aveva detto che dagli Stati del Golfo, “in pagamento” voleva petrolio. Il presidente turco Erdogan per tenere i rifugiati in Siria, ha proposto 5.179 km quadrati di “zona franca dal terrorismo”. Alcuni, tuttavia, hanno criticato il piano sostenendo che le safe zone non rappresentano una soluzione praticabile. Lo scorso aprile, in una conferenza stampa con la Cancelliera tedesca Angela Merkel l’allora presidente Barack Obama aveva affermato che “proteggere i rifugiati dal terrorismo richiede un gravoso impegno militare”.

Al Jazeera ha detto che l’approccio di Trump alla questione è simile a quella di un uomo d’affari che tratta le transazioni immobiliari. In passato Trump aveva già dichiarato di voler acquistare un terreno e realizzare una safe zone che avrebbe reso “più felici” i rifugiati. A gennaio, momento del suo arrivo ufficiale alla Casa Bianca, ad ABC News, Trump ha annunciato: “Sarò il presidente di un paese sicuro. Abbiamo abbastanza problemi e ora realizzerò assolutamente delle safe zone in Siria per il popolo”.

“Credo che l’Europa, consentendo a milioni di persone di entrare in Germania e in altri paesi, abbia commesso un enorme errore. Basta dare un’occhiata al disastro che sta avvenendo”. Il presidente siriano Bashar al-Assad ha espresso preoccupazione per la proposta dicendo che le safe zone non proteggono i civili dal terrorismo. Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ritiene che le safe zone non rappresentino delle opzioni valide per i rifugiati.