Usa 2012: Obama o Romney, a chi vince la rogna fiscal cliff

Ad un giorno dalle elezioni americane tra Barack Obama e Mitt Romney è più che mai testa a testa. Ma il vincitore, che sia democratico o repubblicano, dovrà vedersela con il fiscal cliff, cioè il precipizio in cui finirà l’economia Usa tra tagli alla spesa e aumento delle imposte dal 1* gennaio 2013.
Testa a testa tra Barack Obama e Mitt Romney (Foto Laspresse)

WASHINGTON – Fiscal cliff: comunque andranno le elezioni americane, chi si insedierà alla Casa Bianca si troverà davanti ad un vero e proprio precipizio. Con un inizio preciso: il 1° gennaio del 2013. Da quel momento l’entrata in vigore contemporanea dei tagli alla spesa e degli aumenti delle tasse comporterà il cosiddetto fiscal cliff, “dirupo fiscale”.

Barack Obama o Mitt Romney, chi di loro vincerà, dovrà fare i conti con un’economia stremata non solo dalla crisi attuale, ma da quei 600 miliardi tra nuove imposte e tagli alla spesa che saranno obbligati a meno che il Congresso, politicamente diviso, non raggiunga un accordo in extremis. E la crisi potrebbe trasformarsi in una nuova recessione. 

A temerlo sono anche i G20 riuniti a Città del Messico. Sanno che se il fiscal cliff dovesse verificarsi potrebbe avere un forte impatto sull’economia globale. Agli elettori non sembra importare molto che sia uno dei lasciti dell’era Bush, visto che scatterà con la scadenza degli incentivi fiscali concessi dall’ultimo presidente repubblicano (oltre ad alcuni dell’amministrazione Obama).

Una situazione che potrebbe rivelarsi difficile soprattutto per chi non ha mai fatto i conti con impegni a livello nazionale, chi, cioè, non è mai stato presidente. Ad oggi, comunque, ad un giorno dal voto (o meglio, dall’ultimo voto, visto che moltissimi americani hanno già dato la loro preferenza), la sfida tra Obama e Romney è più che mai un testa a testa. Una sfida che pare sempre più simile a quella sul filo del rasoio del 2004, tra George W. Bush e John Kerry. Anche se secondo gli ultimi sondaggi Obama avrebbe un leggero vantaggio in otto dei nove swing State, gli Stati in bilico.

Ma se i mercati generalmente guardano con favore ad un presidente repubblicano, quest’anno potrebbe non essere così. La presa di posizione di Romney contro la politica espansiva della Federal Reserve gestione Ben Bernanke, che ha immesso liquidità sui mercati per far girare l’economia,

Se nei quattro anni di Obama Wall Street ha segnato un rialzo del 70%, è anche vero che non è andata altrettanto bene per i mutui delle case, crollati del 30% dopo la bolla immobiliare del 2008. Il prossimo presidente dovrà anche far fronte ad un debito al 140% del Pil. E se non interverrà con misure per famiglie e imprese, il Pil potrebbe scendere anche di 4 punti, e a separare l’America dal dirupo non ci sarebbe più neppure un passo.

 

 

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