Usa, Arizona. La lista della Palin è stata tutta un malinteso, dice sua portavoce

Pubblicato il 10 Gennaio 2011 - 14:36 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Palin

Sono stati in molti, uomini politici e media, a dare addosso alla ex-governatrice dell’Alaska Sarah Palin per la famigerata lista su Facebook (ora tolta) di 20 avversari politici democratici da colpire come ”bersagli” e sconfiggerli per aver votato a favore della riforma sanitaria del presidente Barack Obama.

La lista  è comparsa mentre infuriava la campagna elettorale per le elezioni di medio-termine dello scorso novembre.

Tanto più che a tre giorni dalla strage in Arizona ha suscitato attenzione il fatto che la lista della Palin era accompagnata da un mappa indicante i distretti elettorali da colpire con delle croci tipo quelle che si vedono nel canocchiale dei fucili di precisione.

Nessuno attribuisce alla Palin la responsabilità della strage compiuta dal ventiduenne squilibrato Jared Lee Loughner in cui la deputata democratica Gabrielle Giffords è stata gravemente ferita, 6 persone sono morte ed altre 13 sono rimaste ferite.

Ma nei commenti dei media la ”hit list” della Palin viene duramente criticata come tipico esempio di quella politica tossica che potrebbe aver contribuito a spingere Loughner a compiere il suo folle gesto.

La Palin non ha, finora, risposto direttamente alle critiche le vengono rivolte, ma ha affidato il compito ad una portavoce della sua organizzazione (SarahPAC, Comitato di Azione Politica di Sarah), Rebecca Mansour, che, a quanto riferisce The Huffington Post, ha spiegato che è  stato tutto un malinteso, e che la mappa con i distretti elettorali da conquistare non è mai stata intesa ad evocare armi o violenze.

E per quanto riguarda le croci, a nessuno  mai venuto in mente di paragonarle a quelle dei canocchiali delle armi di precisione, ha precisato.

In una intervista con la personalità radiofonica Tammy Bruce, la Mansour ha invece paragonato le croci a quelle che si trovano sulle carte geografiche o sulle mappe dei periti. ”Nessuno di noi ha pensato che potessero evocare violenza”, ha detto, aggiungendo che ”qualsiasi tentativo di politicizzare la tragedia dell’Arizona è ripugnante”.

Ma che quei simboli potessero essere accomunati alla violenza, rileva The Huffington Post, lo ha suggerito la stessa Palin in un messaggio inviato via Tweet ai suoi sostenitori in cui si legge ”Conservatori di buonsenso & amanti dell’America: non ritiratevi, ma fatevi sotto e RICARICATE!”.

Come che sia, gli incitamenti della Palin su Facebook e Tweet, e la sua attività nella campagna elettorale per le elezioni di medio-termine dello scorso novembre, hanno avbuto successo.

Nei venti distretti elettorali con gestione democratica presi di mira dalla Palin, solo due hanno resistito: quello di Gabrielle Giffords, rieletta per il rotto della cuffia, e il suo collega democratico Nick Rahall. I restanti 18 sono tutti passati nelle mani dei repubblicani scelti dalla Palin.