”Quando la gente vede Bill Clinton pensa a tempi migliori”, dice il docente di scienze politiche alla Duke University, David Rohde. Scandali ed errori dimenticati, quando era alla Casa Bianca, il partito democratico ha sguinzagliato Clinton in tutto i Paese per sostenere i suoi candidati alle cruciali elezioni di medio termine previste il 2 novembre.
Il fatto è che l’ex-presidente è molto più popolare ora di allora. Fuori dell’Ufficio Ovale per dieci anni e un tempo considerato un fardello politico, Clinton sta facendo una campagna elettorale indefaticabile attirando grandi folle in stati dove il presidente Barack Obama non può andare perchè troppo impopolare.
Dicono gli analisti politici che se il 2 novembre per i repubblicani non sarà un totale disastro – come predicono i sondagi – almeno un pò del merito dovrà andare all’ex-presidente, diventato la ”spalla” più ricercata dai candidati democratici che sentono di non farcela. Lo cercano tutti: deputati, senatori e governatori statali.
Quasi tutti sono in gioco: la Camera verrà completamente rinnovata, come 37 seggi senatoriali e 36 governatorati. Sempre stato un maestro di campagne elettorali, politico intuitivo capace allo stesso tempo di distribuire pacche sulle spalle e dissezionare ardue questioni politiche, di questi tempi Clinton proietta un’altra qualità non di poco conto: quando ha lasciato la Casa Bianca dopo un duplice mandato, la disoccupazione era pressochè inesistente e le finanze in attivo.
C’e’ gente che si presenta ai comizi dell’ex-presidente a sostegno dei candidati democratici con bottoni all’occhiello che dicono ”Mi mancano la pace, la prosperità e Clinton”. Secondo il suo staff, quest’anno ha fatto campagna elettorale per 65 candidati e partecipato a 100 manifestazioni. Un ritmo pesante per chiunque, e non solo per un uomo di 64 anni che si è sottoposto ad un intervento chirurgico nel 2004.
Clinton ha avuto dieci anni di tempo perchè gli elettori dimenticassero alcune delle sue iniziative meno popolari. Da un punto di vista politico è quindi ormai ”pulito” ed essenziale per i democratici che vogliono essere eletti o rieletti. Un recente sondaggio Gallup ha accertato che elettori di ogni tipo – democratici, repubblicani e indipendenti – tengono più conto dell’ ”endorsement”, dell’appoggio ad un candidato dato da Clinton che da Obama.
Certo, non è sempre stato così. Lo scandalo di Monica Lewinsky nel 1998 e il successivo impeachment lo fecero abbandonare praticamente da tutti. Nondimeno, la decisione del suo vice-presidente, Al Gore, che nel 2000 correva per la Casa Bianca dopo essersi smarcato da Clinton, viene da molti considerata fatale.