Usa, elezioni. Gingrich, incubo repubblicano, vuole missione su Marte

Pubblicato il 26 Gennaio 2012 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA

 

Newt Gingrich

WASHINGTON, STATI UNITI – ‘Newt-mare”. Larry Sabato, uno dei politologi piu’ noti d’America, ha coniato questo neologismo, frutto dell’unione tra il nome di Gingrich e ”nightmare”, che significa incubo in inglese, per definire il panico con cui l’establishment repubblicano segue l’avanzata dell’ex-Speaker della Camera rispetto a Mitt Romney.

E conferma quello che tanti osservatori ritengono probabile: se Gingrich dovesse andare avanti, e’ molto probabile che un candidato nuovo, a sorpresa, possa entrare in lizza magari prima del Supertuesday.

E al riguardo gia’ da tempo si fanno ad esempio i nomi di Mitch Daniels, che ieri ha presentato la replica del Grand Old Party al discorso del presidente barack Obama sullo Stato dell’Unione, o John Ellis Bush, figlio più giovane dell’ex-presidente George H. Bush.

Della sua sfrenata ambizione e della sua asserita capacità di saper guardare lontano – in questo caso molto lontano – in un comizio in Florida Gingrich ha scosso l’establishment del suo partito dicendo che se vincerà le elezioni presidenziali, una volta alla Casa Bianca avviera’ un ampio programma spaziale, e ”entro la fine del mio secondo mandato – ha detto – avremo la prima base permanente sulla Luna, e sara’ americana”.

Ma il frontrunner dei candidati alla nomination repubblicana è andato oltre, affermando che se sarà alla Casa Bianca intende anche ampliare le esplorazioni su Marte, con lo scopo di farvi arrivare degli astronauti. Le sue parole sono state accolte da ripetuti applausi delle circa 700 persone che hanno assistito al comizio, nella cittadina di Cocoa, ad una ventina di km dal centro di Cape Canaveral, che ha subito di recente forti tagli inflitti dall’ amministrazione Obama al programma spaziale.

Su una clip visibile su wwwpotus2012.it, Sabato, cartina alla mano, Stato dopo Stato, spiega infatti che, se il prossimo 6 novembre il candidato del partito dell’elefantino sara’ Gingrich, Obama vincera’ a mani basse. Partita molto aperta, invece, se il presidente dovesse scontrarsi con quello che Sabato definisce ”un repubblicano generico”, che oggi corrisponde tutto sommato al profilo di Mitt Romney. E domani magari a una ‘new entry’.

Secondo Sabato, sara’ molto interessante seguire il risultato della prossima primaria. Se infatti martedi’ prossimo in Florida, Romney riuscira’ a aggiudicarsi la sfida con Gingrich, allora e’ possibile che attorno alla sua candidatura tornera’ la fiducia. Magari la partita sara’ ancora lunga, ma l’ex governatore del Massachusetts potra’ ancora sperare di vincere la nomination contro Gingrich, forte dell’appoggio dei vertici del partito.

Diverso invece il discorso nel caso opposto: se martedi’ sera i repubblicani del “Sunshine State” dovessero premiare Gingrich, allora per settimane si discutera’ su chi sara’ l’ ”Eleventh Hour Gop Entry”, il candidato dell’ultimo minuto, quello in grado di fermare la sua corsa verso la nomination. In entrambi i casi, come sottolineano svariati media, non solo ”liberal”, al momento la lotta fratricida all’interno della destra sta facendo il gioco di Barack Obama.