Usa. Proteste contro possibile guerra all’Iran con Israele a primavera

Pubblicato il 5 Febbraio 2012 - 13:37| Aggiornato il 6 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, STATI UNITI – ”No alla guerra. No alle sanzioni. No a un intervento”. Questo lo slogan agitato da diverse centinaia di manifestanti in 80 citta’ americane e canadesi in occasione della ”giornata d’azione di massa”, convocata da una coalizione di associazioni pacifiste per manifestare contro un possibile intervento degli Stati Uniti accanto ad Israele in Iran.

L’appuntamento a New York era a Times Square, ma in tutte le principali citta’ d’America i manifestanti sono scesi in piazza: da Los Angeles a Boston, da Detroit a Chicago, da Phoenix a Nashville. A Times Square si sono radunati in 500 e si sono diretti alla sede dell’ambasciata americana all’Onu e al consolato di Israele.

”Le azioni del governo iraniano non giustificano in alcun modo una dichiarazione di guerra da parte degli Stati Uniti” dichiara alla France presse Debra Sweet, direttrice dell’associazione ”Il mondo non puo’ piu’ attendere”, uno dei 60 gruppi pacifisti e in difesa dei diritti dell’uomo della coalizione del 4 febbraio, che ha stabilito la giornata di azione.

Secondo le associazioni ”la guerra degli Stati Uniti contro l’Iran e’ gia’ iniziata” con le ”sanzioni economiche dure” imposte contro Teheran e il ”dispiegamento di portaaerei americane nei pressi delle coste iraniane”. La manifestazione prende le mosse dall’accentuarsi delle tensioni fra Iran e Israele e il possibile ruolo che gli Usa potrebbero avere. Secondo indiscrezioni dall’amministrazione americana, Israele potrebbe attaccare l’Iran in primavera.

Tutta la questione nasce dalle ripetute affermazioni iraniane secono cui il suo programma nucleare è pacifico. Ma, a livello internazionale, sono affermazioni che non convincono, specialmente il Mossad israeliano e la Cia, che tramite agenti infiltrati, seguono i progressi nucleari di Teheran ad ogni passo. Entrambi i servizi segreti hanno ucciso quattro o cinque scienziati nucleari iraniani, suscitando la furia di Teheran che però non può fare che lanciare accuse prive di prove.

Quello che sembra ormai un probabile atacco, prima o poi, forse in primavera, contro le installazioni nucleari di Teheran, una volta divenute capaci produrre la bomba, diventerebbe inevitabile giacchè sarebbe, con i suoi ayataollah che definiscono Israele ”un tumore da estirpare’, una terribile minaccia contro lo stato ebraico, cosa che gli Stati Uniti non permetterebbero mai.