Wikileaks rivela: nel 2007 missione francese in Iran. Ma per Teheran è tutta “una guerra psicologica di Washington”

Pubblicato il 29 Novembre 2010 - 14:09 OLTRE 6 MESI FA

Mahmoud Ahmadinejad

La presidenza francese nell’agosto del 2007 ha inviato a Teheran una missione diplomatica segreta, in seguito all’apertura di un ”canale di comunicazione” parallelo a quello con gli americani su richiesta del consigliere diplomatico di Khamenei, Ali Akbar Velayati. Lo scrive il quotidiano Le Monde, citando una serie di messaggi della diplomazia americana svelati dal sito Wikileaks.

La missione era guidata dal consigliere per gli affari strategici dell’Eliseo, Francois Richier, che, secondo il resoconto di una fonte americana in un messaggio al Dipartimento di Stato Usa, ”ha detto a Velayati e ad altri ufficiali americani che se l’Iran non avesse rispettato i propri doveri, le sanzioni internazionali si sarebbero intensificate” e ”ha aggiunto che la Francia voleva evitare un’azione militare contro l’Iran, ma che l’avrebbe accettata eventualmente come ultimo tentativo della comunità internazionale per impedire che l’Iran si doti dell’arma nucleare”.

Tutto era nato, riporta una missiva dell’ambasciata americana a Teheran, che aveva chiesto spiegazioni alla diplomazia transalpina, dall’idea ”erronea” di Velayati secondo cui ”Sarkozy avrebbe liberato la Francia dalla ‘dipendenza’ dagli Stati Uniti”, anche sul piano internazionale. L’obiettivo del regime iraniano sarebbe quindi, secondo gli americani, di stabilizzare questo canale comunicativo in modo da ”dividere i 5+1”, i Paesi che gestiscono le trattative sul dossier nucleare.

Il tentativo, rivelano ancora le fonti americane a Teheran, sarebbe però sostanzialmente fallito. ”Il canale che Velayati ha cercato di aprire non è chiuso, ma sostanzialmente inattivo – spiega un telegramma datato fine settembre – fino a quando la Francia non deciderà di utilizzarlo. Il governo francese è pienamente cosciente che il governo di Teheran tenta di usarlo per dividere i 5+1”.

La reazione di Ahmadinejad. Secondo il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad le rivelazioni di Wikileaks ”non sono basate su vere fughe di notizie, ma fanno parte della guerra psicologica degli Stati Uniti”.

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