L'EDICOLA, Il Corriere: "Il generale Almasri arrestato a Tripoli. È scontro in Italia". La Stampa: "New York a Mamdani, l'America anti-Trump". Il Fatto: "La Libia dà ripetizioni di diritto a Nordio&C." - Blitz Quotidiano
Sono due le principali notizie di oggi in apertura ui quotidiani: l’arresto in Libia del capo della polizia giudiziaria Almasri, che a gennaio era stato arrestato in Italia su mandato della Corte penale internazionale e poi riconsegnato alla Libia dal governo italiano; l’elezione del candidato democratico Zohran Mamdani a sindaco di New York. “New York a Mamdani, l’America anti-Trump”, titola La Stampa. “Il generale Almasri arrestato a Tripoli. È scontro in Italia”, è l’apertura del Corriere. “La Libia dà ripetizioni di diritto a Nordio&C.”, è la prima pagina del Fatto Quotidiano.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Il sindaco dell’altra America” (La Repubblica).
“Il generale Almasri arrestato a Tripoli. È scontro in Italia” (Il Corriere della Sera).
“La giustizia e le tre domande”, di Sabino Cassese: “Approvate il testo della legge costituzionale “norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”, approvato dal Parlamento in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore a due terzi dei membri, e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 30 ottobre 2025? Questo è il quesito referendario a cui saremo chiamati a dare una risposta nella primavera prossima. Non dobbiamo dare un voto a questo o a quel governo, e neppure alla magistratura. Quindi, non ha ragion d’essere il clamore di alcuni magistrati militanti e di una parte del corpo politico: la divisione tra sostenitori e oppositori finisce per caricare il referendum di significati ulteriori, che non vi sono”.
“New York a Mamdani, l’America anti-Trump” (La Stampa).
“Clima, intesa Ue sul taglio dei gas serra. Le imprese: rischio delocalizzazione” (Il Sole 24 Ore).
“Green Ue, c’è l’intesa: ok su biofuel e flessibilità” (Il Messaggero).
“Quelle promesse difficili da mantenere”, di Guido Boffo: “Solo New York poteva trasformare una elezione municipale, per quanto nella città più grande degli Stati Uniti, in un evento planetario. Gli ingredienti perché accadesse ci sono tutti, e tutti accattivanti: Zohran Mamdani è il primo sindaco musulmano della Grande Mela, immigrato dall’Africa a 7 anni, un sindaco socialista a Wall Street, a 34 anni il sindaco più giovane da oltre un secolo, il primo sindaco a superare il milione di voti dal 1969. Fino a giugno, quando ha vinto le primarie democratiche, Zohran Mamdani era soprattutto un signor nessuno, uno di quei carneadi che nei sondaggi finiscono nel girone degli innominati: gli altri candidati”.
“Il governo alza i salari. Aumenti anche ai prof” (Il Giornale).
“Nuova York” (Il Manifesto).
“La Libia dà ripetizioni di diritto a Nordio&C.” (Il Fatto Quotidiano).
“Provaci ancora, Nordio”, di Marco Travaglio: “Quando Totò e Peppino, al secolo Nordio e Piantedosi, liberarono l’ex capo della polizia giudiziaria libica Almasri che la magistratura e la polizia italiane avevano arrestato su ordine della Corte penale internazionale per torture, stupri e traffico di migranti e lo caricarono su un aereo di Stato per pagargli pure il viaggio di ritorno…”.
“In cella, a Tripoli” (Avvenire).
“La verità su casa Meloni” (Libero).
“Meloni lo libera, la Libia lo arresta. Il caso Almasri inguaia il governo” (Domani).
“La sinistra italiana in estasi per l’islamocomunista Usa” (La Verità).












