
Donald Trump (Foto Ansa)
“Tutti mi chiamano per baciarmi il c…”, ha detto Donald Trump alla cena di gala del National Republican Congressional Committee a Washington, riferendosi ai Paesi colpiti dai dazi che ora, a suo dire, implorano di trattare per ridurli. “Muoiono dalla voglia di fare un accordo”, ha aggiunto con soddisfazione il presidente statunitense.
Il comizio è stato un mix dei suoi temi più ricorrenti: forza, sovranità economica, e schiettezza spietata. Ha preso di mira anche “alcuni ribelli repubblicani che vogliono mettersi in mostra”, contrari alla sua gestione dei negoziati commerciali: “Lasciate che ve lo dica, voi non negoziate come negozio io”, ha avvertito. Ha rilanciato la sua linea dura verso le multinazionali, come TSMC: “Se non costruiranno il loro impianto qui, pagheranno tasse fino al 100%”. E ha annunciato nuovi dazi in arrivo: “Presto imporremo tariffe sui prodotti farmaceutici”, dichiarando di voler riportare la produzione negli USA. Una misura che potrebbe colpire anche l’Italia, fortemente esposta nel settore. A chi, nel partito, esprime dubbi sull’impatto di queste politiche, ha detto: “Chiudete gli occhi e arrivateci. È un disegno di legge fenomenale. Basta fare i pavoni”, difendendo la proroga dei tagli fiscali e le nuove spese per la sicurezza alle frontiere. Trump si è mostrato fiducioso anche sul fronte cinese: “Penso che la Cina farà un accordo ad un certo punto”, ma ha sottolineato: “Siamo contenti così, prendendo 2 miliardi di dollari al giorno. So quello che sto facendo”.