Draghi: ripresa da fine anno in Europa. Ma in Italia Monti pensa solo alle tasse

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 11:11 OLTRE 6 MESI FA

La notizia più importante di oggi è sul Wall Street Journal: la ripresa in Europa avrà inizio nel 2012, letteralmente: Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, “ha ridimensionato la severità dei problemi economici e del debito della zona dell’euro” e ha detto che l’economia dovrebbe riprendersi gradualmente più avanti quest’anno”. Draghi, secondo il WSJ, ha anche aperto uno spiraglio a una riduzione dei tassi si interesse fin dal mese prossimo.

Mentre sui giornali italiani si parla di calo e crescita del Pil europeo secondo le stime interne della Bce (-0,1% quest’anno, + 1% nel 2013) e (Sole 24 Ore) si anticipa il calo dei tassi, il tono è sul pessimismo.

In realtà, per quanto riguarda l’Italia, non c’è nulla da essere ottimisti: “L’industria italiana arretra, fare di più per la crescita. Giorgio Squinzi, neo presidente della Confindustria insiste: non rassegnarsi, lo sviluppo è la nostra stella polare”. Purtroppo invece il Governo di Mario Monti annaspa, vive di annunci e di retromarce (il tanto sbandierato bonus per la ricerca ha un “tetto di 100 mila euro per azienda”, ma avete di cosa sia la ricerca? quella cifra è il costo di tre contratti a progetto di serie c) , va sotto regolarmente in Parlamento (Corriere della Sera), al punto che Libero conclude: “Cari Pd e Pdl: Monti a casa, è questo il bene dell’Italia), salgono le proteste dall’interno degli stessi partiti, l’ultima occasione essendo data dalle nomine (Corriere della Sera: “Il mercatino delle Autorità) alla Autorità delle Comunicazioni e a quella per la Privacy. Il Fatto: “Tutte le Autorità alla casta e poi dicono che vince Grillo”. Repubblica: “Ultimo favore a Grillo”. Il Manifesto: “I garanti di Grillo”. Stampa: “Passano le scelte dei partiti”, eppure “Partiti in tensione, voglia di voto” titola il Corriere della Sera.

Il malaffare avvolge sinistra e destra, come informa Repubblica: “La Procura della Repubblica di Milano chiude le indagini, l’esponente Pd verso il processo. Penati e le tangenti: un sistema da 20 miliardi”. Libero: “Caso Penati, verso il processo. Nei guai l’ex vice Bersani e gli amici di D’Alema”.

Non è una cattiva notizia, se non per gli interessati. Ci sarà un po’ di sussulto moralistico, ma chi di questione morale è vissuto e ha ucciso, di questione morale morirà; poi anche in Italia gli aspetti morali saranno una parte del tutto, che comprende anche e soprattutto la qualità delle cose fatte e non le parole e i pregiudizi soltanto.

Non c’è neppure da essere ottimisti, ma chi lo era più, sulla capacità dei mass media italiani di interpretare i fatti e aiutarci a capirli. Oggi è su tutti i giornali il Mito di Obama che, con le sue telefonate, avrebbe indotto Angela Merkel e con lei tutta la Germania, a tirar fuori un qualche piano per fare uscire dai guai Italia e Spagna senza che paghino pegno. Repubblica è tutta americana, non solo perché “Draghi critica gli Usa”: in effetti Draghi ha ricordato agli americani che da noi non esistono, almeno in apparenza, situazioni come quella di Lehman, che però fu fatta fallire, nel 2008 fu fatta fallire per principi ideologici di ultra destra da un governo di ultra ultra destra come quello di George Bush.

Ma perché alla fine la “mossa della casa Bianca”: “Obama chiama Monti” e gli dice: “Fermiamo la Merkel”. Ricorda quelli al bar che dicono: “Tenetemi che lo picchio”. Bisognerebbe invece ricordare che Obama è in piena campagna elettorale, la sua politica di sostegno alle varie primavere arabe si è tradotta in una espansione politica dell’estremismo islamico, soprattutto la ripresa economia non si fa vedere e con qualcuno bisogna prendersela. Grazie al cielo, mentre una volta partivano le cannoniere o i missili (ricordate Bill Clinton che per primo aggredì l’Afghanistan ai tempi di Monica Lewinski) ora partono solo bordate verbali. C’è anche da dire che di questo intrecciarsi di telefonate sui giornali americani non si trova nemmeno traccia, chissà…

Il sublime lo raggiunge la vicenda di Brindisi, dove solo Carlo Bonini su Repubblica aveva visto giusto fin dall’inizio, andando contro la corrente del suo stesso giornale e degli altri quotidiani che evocavano i fantasmi di Falcone e della Mafia, della Camorra e della Sacra Corona nonché di tutte le nuove forme mutate e mutanti di Br. Era solo un venditore di bombole della provincia di Lecce che non riteneva fosse stata fatta sufficiente giustizia contro chi lo aveva truffato di 200 mila euro. Repubblica. “Preso il killer di Brindisi”; Corriere della Sera: “Ho fatto io la bomba”; Stampa: “Ho fatto io la bomba”; Messaggero: “Preso l’uomo della bomba”, Secolo XIX: “Una folle vendetta privata”; Mattino: “Ho messo io la bomba”.

Il Fatto, che più di tutti si era scatenato sulle piste più mafiose e terroristiche, garbatamente si limita a un incorniciato, mentre apre sul “memoriale di Gotti Tedeschi”, appena licenziato dallo Ior, la banca del Vaticano, che ha lasciato scritto in casa, dove prontamente i carabinieri l’hanno ritrovato, un appunto di questo tenore: “Se mi ammazzano, qui ho scritto il perché. In Vaticano ho visto cose da aver paura”.

Libero apre con una rivelazione che ti fa sentire ad Hanoi: “Befera arruola bambini spia. I balilla del fisco. Alunni delle elementaru invitati a segnalare alla Agenzia delle entrate i negozianti che non rilasciano scontrini durante le vacanze”. Intanto “il Governo prepara l’aumento dell’Iva e il taglio degli sgravi alle famiglie”.

Il Giornale rivela: “Enrico Mentana si fa il partito. L’autocandidatura in rete”; e intanto insiste con la “proposta del Pdl”, in realtà cavallo di ritorno un po’ senile di Berlusconi: “Alfano presenta la riforma presidenzialista. L’unico modo per rendere governabile un Paese vittima dei ricatti” e la definisce “Ammazzacasta”. Siamo proprio alla frutta.