Giuseppe Manfredi: “Sono il prossimo morto di Eternit”

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2014 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Manfredi: "Sono il prossimo morto di Eternit"

Giuseppe Manfredi: “Sono il prossimo morto di Eternit”

ALESSANDRIA – Giuseppe Manfredi è il prossimo morto di Eternit di Casale Monferrato. Lo sa benissimo e così si presenta al giornalista de La Stampa con cui cammina intorno alla fabbrica dell’amianto, quella da cui usciva la polvere bianca che ha ucciso di cancro migliaia di persone.

Anche quelli, come Giuseppe, che non lavoravano nella fabbrica ma ne respiravano la polvere. Perché qui la polvere si posa dappertutto e avvelena tutti indistintamente.

Un’ecatombe lenta e prolungata, il picco sarà nel 2020 secondo gli epidemiologi, e del tutto impunita: la Cassazione ha mandato tutto in prescrizione due giorni fa.

Giuseppe al giornalista racconta quando ha scoperto di essere malato, dopo un controllo in seguito a una tosse che non andava via:

«È stata la prima cosa che mi ha colpito – racconta Giuseppe Manfredi – la delicatezza di tutti. Quando hanno trovato l’acqua nel mio polmone destro, ancora non dicevano niente. E l’infermiere, mentre lo svuotavano con la cannula cercava di tranquillizzarmi. “Il liquido non è scuro”, diceva. “Bene, il liquido non è ancora nero…”. E io non capivo. O forse, non volevo capire. Dopo tre settimane di ricovero, quando sono arrivati i risultati delle analisi, il primario ha pronunciato questa frase: “Abbiamo trovato delle microcellule neoplastiche”. Anche la sua è stata una delicatezza. Ora lo so. Era semplicemente un altro modo per dire la stessa cosa: mesotelioma pleurico».

Il mesotelioma pleurico non lascia scampo, uccide in media in 10-12 mesi. Come ci convive Giuseppe con questa condanna, e lui altre decine di persone in questo momento?

«Di giorno cerco di fare il testimonial vivente, di notte non riesco a dormire», dice. «Quando ho capito che era il mesotelioma pleurico, sono andato da un mio amico medico e gli ho detto: “Dammi qualcosa per dormire, oppure mi ammazzo”. E lui: “Non scherzare!”. Però ha capito. Di notte è dura, per fortuna i tranquillanti funzionano». Ogni mattina, Giuseppe Manfredi fa una lunga passeggiata al suo passo: «Vado al santuario della madonnina di Lourdes. Quella in memoria di un miracolo di cui aveva beneficiato un casalese…». E sua moglie? «Lei e mia figlia piangono quando non ci sono e sorridono appena rientro in casa».