ROMA – Manca più di un anno alla scadenza del cda della Rai, prevista per luglio 2015, tuttavia la nomina a presidente di Poste italiane di uno dei componenti, Luisa Todini, ha acceso i riflettori sull’imminente futuro della governance di Viale Mazzini.
I due incarichi della Todini non sono formalmente incompatibili, anche se a tale proposito c’è un vuoto legislativo, in quanto la legge anti-corruzione non contempla il caso riguardante due società dello Stato non quotate. Tradotto in parole semplici, significa che la diretta interessata potrebbe continuare a restare seduta pure sulla poltrona Rai, seppure in molti si aspettano che faccia il bel gesto, magari spontaneamente e senza pressioni, visto il prestigio dell’altra nomina ricevuta da Palazzo Chigi. Del resto, il caso di Antonio Mastrapasqua con i troppi incarichi ha fatto giurisprudenza.
Scrive Marco Castoro sul Messaggero:
Ora più che mai la battaglia diventa politica. Attualmente la maggioranza del cda di Viale Mazzini appartiene al centrodestra. Può contare, oltre che sulla Todini, sui consiglieri Rositani, Pilati e Verro. Appoggiati da De Laurentiis (Udc). Il centrosinistra ha dalla sua parte Colombo e la Tobagi, mentre Pinto è il consigliere scelto dall’azionista di maggioranza, vale a dire il Tesoro. Il nono componente è rappresentato dalla presidente Tarantola, il cui voto in caso di parità delle opinioni vale il doppio.
Onde evitare un possibile 4 a 4 con il voto doppio del presidente che fa la differenza, al centrodestra farebbe comodo che la Todini restasse al suo posto. Soprattutto perché in questa tornata la commissione Vigilanza esprime una maggioranza di area Pd e quindi sarebbe praticamente impossibile rimpiazzarla con un altro candidato del centrodestra.
Ma il Pd renziano ha una grande voglia di entrare nella partita Rai. Anche perché i democratici hanno assegnato le due poltrone a disposizione nel cda a due benemeriti della società civile (Colombo e la Tobagi) scelti dalle associazioni (lo volle Bersani per far vedere che il partito era fuori dai giochi di potere). Morale della favola: sono in molti coloro che pensano che Renzi abbia dato una poltrona alla Todini per averne un’altra in cambio. Se la Todini si dimetterà, la Vigilanza entro 30 giorni dovrà scegliere il sostituto. Che sarà un Pd, a meno che non si raggiunga altro accordo. Nonostante ci sia Nino Rizzo Nervo, vicino a Gentiloni, pronto a subentrare in squadra, è molto probabile che venga nominato un consigliere più giovane scelto personalmente dal premier.
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