Marino insegue Obama, ma perde turisti inglesi. Antonio Castro, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Marzo 2014 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Libero

L’articolo di Libero

ROMA – “Marino insegue Obama e arabi – scrive Antonio Castro di Libero – ma si perde i turisti inglesi” che poi racconta la storia di due britannici aggrediti che hanno scritto al sindaco: “Roma è pericolosa, non torneremo”. Il sindaco invece che fa? si chiede Libero: “Vola a Riad in cerca di sponsor. E pensa a tasse più alte”.

L’articolo di Antonio Castro su Libero:

Ignazio Marino, sindaco di Roma, invece di correre dietro a Barak Obama nel comune di Fiumicino (che non è più quello che amministra), pur di farsi immortalare in una foto ricordo a bordo pista, forse avrebbe fatto bene a correre dietro ai turisti “comuni” che gli scrivono tramite Facebook per lamentarsi dell’accoglienza, di essere stati derubati e strattonati. Ieri, annunciava La Stampa, Marino è addirittura volato a Riad per intercettare facoltosi mecenati e far adottare i monumenti della Roma imperiale che stanno letteralmente sgretolandosi.

Al sindaco servirebbero sponsor per restaurare, tra l’altro, il Mausoleo di Augusto (4 milioni di spesa), rendere fruibile la Cisterna delle Sette Sale (6 milioni), oppure mettere in sicurezza le Terme di Traiano (1,5 milioni). Intento meritorio.Se non fosse che per pochi milioni di incerta sponsorizzazione, si rischiano di perdere buona parte dei 4 miliardi di euro che Roma incassa complessivamente grazie al tradizionale flusso turistico. Un caso per tutti. Giovedì scorso il signor Peter Grantham di Lincoln (Inghilterra), dopo essere precipitosamente rientrato Oltremanica, si è messo alla tastiera per lamentarsi direttamente con il sindaco di Roma del trattamento ricevuto. Una letteraccia che cancella qualsiasi iniziativa promozionale, fa impallidire anche il successo de La Grande Bellezza.

Scrive Grantham a Marino: «Sono un turista britannico che ha visitato la vostra città la scorsa settimana per una vacanza romantica con la mia partner per la prima volta. Avevo letto sui possibili alti livelli di criminalità diramati dal nostro governo (allerta del Foreign Office dell’agosto scorso, ndr), ma pensavo che il rischio fosse minimo». Purtroppo il romanticone britannico si è dovuto ricredere: «La maggior parte delle città ha problemi di criminalità. Nei quattro giorni di soggiorno siamo stati derubati e avvicinati tutti i giorni da venditori ambulanti.La mia partner è stata spinta a terra subendo una ferita alla testa». E ancora, come se già non bastasse: «Furti nei caffé e cattiva accoglienza».

In sole 96 ore di soggiorno il signor Peter e la fidanzata Janet hanno saputo «da altri quattro turisti che avevano sofferto situazioni analoghe venendo derubati nei caffé o sentendosi male accolti». L’unico freno a non fuggire a gambe levate, spiegano delusi i turisti, «se non fosse stato per il Vaticano e la Cappella Sistina avremmo lasciato Roma molto prima. Il consiglio dato dal governo britannico era corretto, Roma non è sicura per i turisti». Ma forse è la conclusione dell’educatissima lamentela epistolare ad abbattere definitivamente qualsiasi velleità di promuovere turisticamente la Capitale: «Mi dispiace, ma non torneremo a visitare presto Roma…», conclude mister Grantham. Mentre Marino è alle prese con sultani e miliardari (in petrodollari), in Capidoglio si discute come far quadrare i conti in dissesto strutturale (tra entrate e uscite mancavano all’appello al 2013 ben 1,2 miliardi).

La grande idea – maturata in giunta capitolina – è di far pagare una tassa di soggiorno maggiorata ai milioni di turisti che ogni anno sciamano nella Capitale. Già oggi, stando al monitoraggio realizzato dalla Uil Servizio Politiche Territoriali, nelle casse capitoline entrano 51,6 milioni dalla tassa di soggiorno che Marino vorrebbe aumentare ancora. Prima di imbarcarsi per il Golfo (ma non stava inseguendo Obama), il sindaco ha spiegato che il Campidoglio sta«riflettendo sulla possibilità di aumentare alcune tassazioni, come la tassa di soggiorno soprattutto per gli alberghi più lussuosi, evitando quindi nuove tassazioni per i romani».

Ovviamente la sola ipotesi fa infuriare gli operatori: «Ulteriori rincari», spiega il presidente Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, «farebbero diminuire i flussi turistici con conseguenze sull’occupazionee sull’indotto della città. Vista la situazione uno dei pochi settori su cui bisogna puntare è il turismo. Aggravarlo con ulteriori tasse mi sembra illogico…».

L’assessore al Turismo e Commercio, Marta Leonori, conferma che «si è discusso della possibilità di un aumento del contributo di soggiorno e che sono allo studio diverse ipotesi per non penalizzare il settore».

E forse, per non penalizzare il settore, si potrebbe iniziare chiedendo scusa ai turisti. Magari invitandoli a tornare, come fatto a bordo pista con Obama. Marino potrebbe tornare domani a Roma con un assegno per il restauro (del Campidoglio), ma senza i turisti “normali” a goderne..