ROMA – “Maxi infornata di 24mila bidelli – scrive Libero – Per due anni di contratto agli ex Lsu stanziati 450milioni: cureranno il decoro degli edifici”.
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I milioni di euro, fino al marzo 2016, saranno 450: 150 nel 2014, 300 il prossimo anno. Tanto destinerà il ministero dell’Istruzione agli oltre 24mila tra ex lavoratori socialmente utili e impiegati degli «appalti storici» della scuola, per realizzare gli interventi per il «ripristino del decoro» e della «funzionalità degli immobili adibiti ai servizi scolastici», come da parole d’ordine del premier Matteo Renzi.
Vertenza chiusa, dunque: il governo, con i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, ha firmato l’accordo per la stabilizzazione dei lavoratori dei servizi di pulizia di circa 4.200 scuole pubbliche. I sindacati, Cgil in testa, esultano.«Finalmente siamo riusciti ad ottenere non una soluzione temporanea, ma l’impegno per un vero e proprio piano industriale»,applaude Elisa Camellini, segretaria nazionale Filcams, la federazione dei lavoratori nei servizi del sindacato di Susanna Camusso. Per Raffaele Bonanni, numero uno della Cisl,«aver risolto una vertenza che riguardava 24mila lavoratori è un fatto positivo che dimostra come il sindacato continui a fare accordi a dispetto di tante critiche ingiustificate e spesso pretestuose».
Senza l’accordo, domani sarebbe scaduta l’ennesima proroga dei finanziamenti dei corrispettivi di appalto. E il 4
marzo, venerdì, sarebbe andato in scena uno sciopero. Invece nella notte Cgil, Cisl e Uil, insieme alle federazioni di categoria, hanno siglato l’intesa coni ministeri competenti e le imprese assegnatarie della gara indetta dalla Consip, la centrale acquisti per la Pubblica amministrazione.Sul tavolo c’è il mantenimento dei servizi di pulizia, l’avvio di un percorso di politiche attive per la formazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori, finalizzato all’accrescimento delle competenze utili allo svolgimento delle nuove mansioni, ossia la riqualificazione degli istituti scolastici, uno dei cavalli di battaglia di Renzi.
Ma non è finita qui. Perché sul tappeto c’è anche il programma di sostegno al reddito, con il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga (pure con la partecipazione del ministero del Lavoro ai capitoli di spesa). L’ammontare complessivo delle risorse sarà pari a 60 milioni di euro. A completare il quadro, un sistema di incentivi all’esodo volontario per circa 700 lavoratori già in possesso dei requisiti per la maturazione della pensione nel breve periodo.
Un pacchetto di interventi per il quale la Cgil, che pure contrasta il governo Renzi per il decreto Poletti sul lavoro, stavolta
batte le mani a Palazzo Chigi: «Dopo mesi di trattativa, grazie all’impegno di tutte le parti coinvolte, è stata messa in sicurezza la continuità lavorativa e di reddito».La «patata bollente» degli appalti di pulizia nelle scuole era già stata consegnata dall’ex ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, all’ex premier, Enrico Letta, con una lettera poco prima del cambio della guardia a Palazzo Chigi. A Letta, Carrozza spiegava che, per evitare ripercussioni reddituali e occupazionali, solo da marzo ad agosto sarebbero stati necessari 144 milioni di euro.
Soldi, lanciava l’allarme Carrozza, assenti nelle casse dell’Istruzione. Da qui l’invito ad affrontare il problema «collegialmente», ovvero coinvolgendo l’intero governo.
Cosa che Renzi, preoccupato dalla prospettiva di dover affrontare la chiusura di oltre 4mila scuole da parte delle Asl per mancata pulizia, ha immediatamente recepito venendo incontro alle richieste dei sindacati.
Che su Twitter lo ringraziano dedicandogli l’hashtag #voltabuona.
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