Roma, sigilli a due padiglioni dell’Umberto I per problemi di sicurezza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2014 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA
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Il Policlinico Umberto I di Roma

ROMA – Sbarrate la seconda clinica chirurgica e sale operatorie di urologia del Policlinico Umberto I di Roma. Sono stati sospesi i trapianti e le visite al pronto soccorso oculistico. Il magistrato ne ha disposto la chiusura per motivi di sicurezza: in ospedale non è garantita la corrente in caso di cali di tensione.

Scrive Mauro Evangelisti sul Messaggero:

Tutto è successo ieri pomeriggio, alle 15: alcuni uomini delle forze dell’ordine sono arrivati su mandato del magistrato che sta indagando sugli impianti elettrici del Policlinico. I due padiglioni in cui sono stati apposti i sigilli, comprendono varie specialità: terapia intensiva, quattro camere operatorie di urologia, neuro radiologia, trapianti, seconda clinica chirurgica, pronto soccorso oculistico. Ovviamente questi padiglioni non potranno essere utilizzati ed è come se all’improvviso l’Umberto I perdesse un centinaio di posti letto. Sospesi i trapianti e le visite nel pronto soccorso oculistico. L’inchiesta della magistratura va avanti da diverso tempo e in particolare a causare il provvedimento è stata una relazione dell’Arpa, secondo la quale non è garantita la sicurezza in quanto manca l’Ups, vale a dire un sistema che assicuri la continuità dell’energia elettrica anche in caso di cali di tensione.

Ovviamente si tratta di un sistema indispensabile in un ospedale alla cui carenza si tenterà, temporaneamente, di rimediare con altri strumenti. Intanto, però, la procura ha voluto mettere un punto fermo con i sigilli e ha nominato come custode cautelare dei due padiglioni la direttrice sanitaria dell’Umberto I, Amalia Allocca. Per il direttore generale Domenico Alessio «non ci sono stati disagi per i pazienti». E aggiunge: «I lavori di messa in sicurezza comunque sono stati fatti e domani porterò le carte al magistrato». Tra i dipendenti dell’Umberto I cresce la preoccupazione, secondo Giuseppe Polinari, del sindacato Cisal Università, «la situazione è divenuta insostenibile, serve un cambiamento immediato per il policlinico».

Lunedì intanto si svolgerà un’assemblea dei lavoratori. Per la cittadella della sanità nel cuore della Capitale, la cui costruzione iniziò centotrenta anni fa, sembra non esserci pace. Dallo scandalo delle gallerie “terra di nessuno” che esplose otto anni fa ai lavori di ristrutturazione eternamente in ritardo o al centro della bufera e di inchieste giudiziarie, dai pazienti in attesa in pronto soccorso agli incendi avvenuti anche di recente, per il policlinico universitario la fine del periodo di crisi sembra non arrivare mai, anche se il direttore generale in carica, Domenico Alessio, aveva dato impulso a una serie di lavori per ammodernare la struttura.

Lui stesso, nel marzo 2013, aveva lanciato l’allarme: «Ci sono sette padiglioni, che dispongono di 400 posti letto e sono dedicati ad attività medico chirurgiche, che non possono più restare aperti. I vigili del fuoco ci hanno prescritto di mettere a norma l’impianto antincendio, ma per fare questo è necessario che la Regione sblocchi 28 milioni di euro» (…)