ROMA – Come ha fatto Vincenzo Paduano a seguire Sara Di Pietrantonio e ucciderla? Paduano, 27 anni, ha utilizzato una app dello smartphone per localizzare Sara, seguirla fino a sotto la casa del nuovo fidanzato e ucciderla brutalmente. Non è ancora chiaro quale sia la app, scrive Martina Pennisi sul Corriere della Sera, ma l’uomo potrebbe aver usato “Trova il mio iPhone“, accedendo con la password di Sara Di Pietrantonio, che probabilmente conosceva.
La Pennisi sottolinea che oggi la tecnologia scandisce le nostre vite e che è diventato così fin troppo facile seguire una persona nei suoi spostamenti, tanto facile che anche Vincenzo Paduano avrebbe usato lo smartphone per seguire Sara Di Pietrantonio la sera in cui, in preda alla rabbia, le ha dato fuoco uccidendola. Sul Corriere della Sera scrive:
“Attenzione alla localizzazione
Nel caso di Sara e Vincenzo si tratta probabilmente dell’applicazione «Trova il mio iPhone»: i due hanno avuto una relazione importante e a lui è bastato accedere a iCloud (la nuvola di Apple cui ci si registra quando si configura lo smartphone) con la password della fidanzata, se la conosceva. O, peggio, limitarsi a sfruttare la sua con cui avevano attivato l’iPhone di lei. Capita spesso nelle coppie o in famiglia. In entrambe le situazioni, una persona alle prese con una separazione complicata non può e non deve dimenticare le informazioni digitali in possesso dell’ex. È come lasciargli le chiavi di casa. Senza dimenticare che iCloud porta in dote fotografie e messaggi: Vincenzo, oltre a rintracciare Sara quella disgraziata notte, può essere stato in grado di monitorare galleria di immagini e chat venendo a conoscenza di particolari della vita della ragazza che possono aver contribuito ad alimentare la sua rabbia. Se, come hanno raccontato gli amici, Sara aveva già modificato parte delle sue abitudini e i suoi tragitti per sfuggire all’ex che non si rassegnava all’addio intervenire sullo smartphone era altrettanto importante: cambiare password, disattivare Trova il mio iPhone. Disattivare la condivisione della posizione in app come iMessage o Whatsapp. Spegnere la localizzazione del telefono. Il Gps è ormai un alleato prezioso e insostituibile, ma bisogna ricordarsi dell’importanza di sparire — completamente — in situazioni ambigue o pericolose.La privacy e i social network
Il discorso generale sulla privacy e sulla mole di dati che riversiamo in Rete rendendoci reperibili è poi altrettanto importante: a chiunque basta sapere il nostro nome per trovarci sui social network e imbattersi magari in un profilo aperto anche ai non amici in cui scriviamo dove siamo, cosa stiamo facendo e dove andremo. Incrociando le informazioni si può poi ricostruire quasi tutta la vita di una persona. È su Tinder ma su Facebook si dichiara fidanzato/o? Dove lavora (Linkedin)? Cosa sta facendo (Facebook, Snapchat, ecc)?. E se la semplice curiosità si trasforma in ossessione, rubare la password di Amazon o eBay con l’aiuto di un hacker pagato poche centinaia di euro permette di risalire all’indirizzo di recapito dei pacchi. Quello di casa, ammesso che non sia già pubblicato in bella mostra su Facebook e simili. Attenzione, quindi, a strumenti e servizi che ci rendono la vita più facile e gradevole: non hanno di per sé niente di pericoloso, ma vanno usati con consapevolezza. E senza dimenticare quanto della nostra vita mettiamo nelle mani di sconosciuti. O di conoscenti pericolosi”.