Sara Tommasi, Malcom Pagani sul Fatto Quotidiano: “Inferno senza ritorno”

Sara Tommasi, Malcom Pagani sul Fatto
Sara Tommasi (LaPresse)

ROMA – Due persone sono state arrestate dai Carabinieri con l’accusa di aver indotto la showgirl Sara Tommasi, facendole assumere cocaina, a girare un film hard in un albergo di Buccino, vicino Salerno.

Malcom Pagani, sulle pagine del Fatto Quotidiano, ripercorre tutte le fasi della vita di Sara Tommasi negli ultimi anni, dalla comparsa del suo nome nelle inchieste su Berlusconi fino all’arresto dei produttori del suo film porno “Confessioni Private”.

“Prima di perdere e perdersi, una volta c’era Sara. Saretta e basta. La bella figlia del pasticciere di Narni, ancora distante dalle feste declinate a funerale, dalla cocaina, dal sesso triste e dal confine della solitudine. L’hanno attraversato i carabinieri ieri mattina, arrestando tra Roma e Velletri i due presunti responsabili di una violenza sessuale di gruppo ai danni di Sara Tommasi, 31 anni, precipitata in un simbolico scambio di vocali, dalla laurea in Bocconi a un agriturismo di Buccino.

Era lì che Federico De Vincenzo e Giuseppe Matera, produttore e direttore artistico (sic) di “Confessioni private”, secondo i militari di Eboli avrebbero costretto un povero cristo di nome Sara “in stato di evidente inferiorità psichica” ad assumere droga “a più riprese” per interpretare se stessa sul set del suo secondo film porno. Una piccola storia ignobile, perfetto corollario di un’autodissoluzione rapida e apparentemente irreversibile che tra una contraddizione e l’altra trascinerà in giudizio per reati gravissimi cinque persone, attori di Confessioni private compresi. (…)

Prima bordeggiando l’universo di Arcore e la banda di Lele Mora, che a suo dire, le scioglieva strane sostanze nei bicchieri. Poi incontrandosi e scontrandosi con Fabrizio Corona (…) infine cadendo senza rete, dalla comparsata in discoteca con gli occhi vitrei e smarriti al mondo del porno, per cui, ricordava a giugno nel disperato tentativo di evitare l’arresto De Vincenzo: “Aveva firmato le liberatorie e un regolare contratto”. Probabile lo avesse fatto davvero, camminando sul filo dell’incapacità di intendere, equivocando anche i suoi stessi desideri. Una fanciulla bisognosa di aiuto e alla mercé di chiunque che a forza di gridare “al lupo al lupo” è stata azzannata davvero. (…) Nessuna clemenza da parte degli amici di un tempo, da Mario Balotelli ai fratelli Berlusconi, blandìti e quasi contemporaneamente investiti da “auguri” di varia natura. (…)

A Silvio, esplicitamente adolescenziale, riservava invece amore: “Mi sei mancato tanto. Spero che tu mi possa richiamare presto… Ti amo ancora, sai? Lady X” e odio: “Spero k krepi kon le tue Troie”. Perché Sara, l’ex bambina intelligente che iniziò a delirare e a sentirsi perseguitata da “Ss”, “Servizi segreti” e “microchip” sottocutanei, la pelle non l’ha salvata. Non capisce più chi le vuol bene ed esattamente come chi la ascolta, non distingue più il falso dal vero. L’altro giorno, tramontate le scorribande a base di atti osceni e malinconiche piazzate nei bar della costa ligure, Sara Tommasi era a Linate. Non si reggeva in piedi, cadeva e si rialzava come troppe volte è accaduto in questi anni.

Perché la debolezza di Sara (a proposito, nessun movimento protofemminista sente il bisogno di spendere una parola sul tema?) si proietta su altre debolezze. Quelle interessate e quelle endemiche, figlie dei rapporti non chiariti, dei rischi non calcolati, di una tigre che ti illudi di cavalcare per esserne poi disarcionata. A Sara Tommasi è accaduto e adesso, mentre il rumore dei proci si confonde con quello di fondo e pietà l’è morta, non c’è sparata che tenga in piedi il bluff. L’azzardo non ha pagato, Tommasi è un’appestata. Incoronata come astro nascente in campo economico da una delle migliori Università italiane e poi costretta ad abdicare elemosinando contratti che la sviliscono. (…).”

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