ROMA – Selvaggia Lucarelli commenta con sarcasmo il look di Matteo Renzi, con particolare attenzione al look del Renzi premier. Lo spunto glielo dà la classifica di Vanity Fair France, che ha inserito Renzi al trentunesimo posto tra i meglio vestiti del mondo.
Roba che, commenta su Libero
io se fossi il giornalista che ha scritto tale amenità mi augurerei che la Wintour, al matrimonio di Clooney, si sia fatta tanti di quei cicchetti da dormire sul fondo di una gondola per una settimana, perché se legge un’amenità simile, credo sia capace di entrare nella sede di Vanity Fair con una granata a frammentazione
Anne Wintour, per inciso, è la direttrice di Vogue, il giornale universalmente considerato la Bibbia della moda in senso ampio(non solo per quanto riguarda l’abbigliamento).
La Lucarelli si diverte a ricordare il look esibito da Renzi da Maria De Filippi e paragona alcuni abiti del premier con quelli usati da Silvio Berlusconi.
Ecco l’articolo completo pubblicato su Libero:
Matteo Renzi è uno dei personaggi meglio vestiti del pianeta. No, non l’ha detto Enzo Miccio dopo tre mojiti e neppure Sandro Mayer su Dipiù in una delle sue celebri gallery di outfit in cui il personaggio più elegante è Iva Zanicchi che strappa la gramigna nell’orto.
L’ha sancito Vanity Fair France che, a sorpresa, ha inserito il nostro premier nell’ambita classifica dei 31 best dressed del mondo. Piazzato bene, tra l’altro, in settima posizione tra la socialite Olivia Palermo e Keyra Knightley le quali, secondo voci vicine a Palazzo Chigi, da carine, slavate e prive di personalità quali sono, pare siano già papabili ministre nel prossimo rimpasto di governo.
Se la faccenda vi sembra poco sorprendente, aggiungo che nella stessa classifica Matthew McConaughey è in ventiquattresima posizione. Come a dire: volete mettere Matthew McConaughey che ritira l’Oscar in smoking bianco con Matthew Renzi che gioca a tennis con ascella pezzata e magliettina in acrilico-traspirante multicolor?
Non c’è storia. Esilarante poi la didascalia che accompagna la foto di Renzi su Vanity Fair: «Il presidente del consiglio italiano ha cambiato il suo Paese e ha rivoluzionato anche i canoni della moda in politica».
Ora, io se fossi il giornalista che ha scritto tale amenità mi augurerei che la Wintour, al matrimonio di Clooney, si sia fatta tanti di quei cicchetti da dormire sul fondo di una gondola per una settimana, perché se legge un’amenità simile, credo sia capace di entrare nella sede di Vanity Fair con una granata a frammentazione.
Forse è il caso di rinfrescare la memoria ai francesi sull’irresistibile galleria di look del nostro premier, look che hanno fatto guadagnare il 40% di voti a lui e perdere il 40% di indotto alla moda italiana. Intanto, il primo a spiegare all’ex concorrente del quiz di Mike che i vestiti non si scelgono girando la Ruota della fortuna, fu Silvio Berlusconi, il quale se lo vide arrivare al famoso pranzo ad Arcore vestito di marrone e gli spiegò che quel colore faceva molto comunista.
E siccome, com’è noto, Renzi preferirebbe somigliare a un generale delle SS che a un comunista, pensò bene di passare al blu. In pratica, il primo patto del Nazareno tra i due fu sulle riforme urgenti degli outfit di Matteo. Poi arrivò il momento della svolta gggiovane. Del giubbottino di pelle alla Fonzie per andare ad Amici e conquistare i voti dei bimbominkia di Emma Marrone. Un look che provocò una certa ilarità, ma del resto, conoscendo la sua ambizione, se si andasse alle elezioni ora, non esiterebbe a vestirsi da Anna Oxa per conquistarsi i voti dei bimbominkia di Valerio Scanu.
Anche lì Berlusconi non esitò a bacchettarlo: «Gli consiglio di portare dal sarto il giubbotto per farlo allargare», dichiarò. E ancora una volta Silvio dettò la sua linea politica, perché Renzi il giubbotto di pelle lo abbandonò nell’armadio, prima che i suoi slogan divenissero «ADESSO levati quel giacchetto da pirla» e «Cambiamo verso all’Italia e stylist a Matteo Renzi».
Poi ci fu la prima apparizione da premier da Barbara D’Urso. Col suo abbinamento scarpe marroni/vestito blu riuscì nella rara impresa di vestirsi peggio della conduttrice, ma il momento più memorabile rimane il suo primo epico incontro con Angela Merkel. Partì spavaldo convinto di farle il cappotto e non riuscì ad allacciarsi neanche il suo. Le foto del suo soprabito sbilenco fecero il giro del mondo.
E già questo basterebbe ad escludere un suo coinvolgimento coi poteri forti del Paese. Renzi nella stanza dei bottoni, quando non riesce manco ad infilarne uno nell’asola giusta, è davvero poco credibile. Come dimenticare infine la sua mitica camicia bianca, quella coi polsini slacciati e le maniche tirate su come se avesse appena finito di spurgare il lavandino.
Quella stropicciata dopo ore di riunioni e conferenze stampa e strette di mano. Quella che tira sui fianchi degli ultimi tempi. Quella che di fianco a Sanchez, anche lui in camicia bianca, l’ha fatto sembrare Teo Mammucari live alla sagra del lampredotto. Quella, insomma, che gli ha fatto misteriosamente conquistare il titolo di best dressed su Vanity Fair.
Nel frattempo, qui in Italia rimaniamo lucidi e consigliamo a Renzi di abolire pure i Co. Co. Pro. ma di reintegrare gli insegnamenti di CoCo Chanel in fatto di eleganza. P.s. al primo posto della classifica appare la bella attrice Lupita Nyong’o. Pare che Renzi, poco competitivo come sempre, si sia accontentato del suo settimo posto e le abbia mandato un biglietto di congratulazioni, augurandole di confermarsi prima anche il prossimo anno. C’era scritto «Lupita stai serena».
I commenti sono chiusi.