Allarme dai pediatri: salute a rischio per 1,5 mln di bimbi poveri al sud

Pubblicato il 11 Maggio 2012 - 13:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Circa 1 milione e mezzo di bambini nel Mezzogiorno vive in una condizione di poverta' relativa o assoluta (359mila sono privi del minimo necessario per sopravvivere) e ha accesso piu' difficile a servizi come scuola e sport. Una condizione di deprivazione che non solo espone i ragazzini ad essere facile preda della criminalita' organizzata e dello sfruttamento lavorativo, ma ha effetti negativi sulla loro salute.

E' l'analisi della Societa' italiana di pediatria (Sip), che ha presentato al 68° congresso alcuni risultati del progetto 'Crescere al Sud', promosso da Save the Children e Fondazione per il Sud alla quale ha aderito anche la Sip.

Secondo gli esperti, il percorso ''ad ostacoli'' dei bambini del Sud comincia gia' ancor prima di nascere, visto che in molte Regioni si supera la media di parti cesarei nazionale (31,9%), con picchi in Campania, Basilicata o Sicilia dove nasce chirurgicamente un bambino su due. E gli svantaggi continuano nella prima infanzia e oltre, a partire dall'accesso al nido, passando per le performance della scuola dell'obbligo, e sulla scarsa propensione, e possibilita', di praticare sport.

Ma la poverta', sottolineano i pediatri, intesa in termini generali come mancanza di istruzione, opportunita' e informazioni, influenza anche lo stato di salute. ''Si e' osservato – affermano Antonio Correra, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria e Paolo Siani, Presidente dell'Associazione Culturale Pediatri (ACP) – che i bambini provenienti da situazioni economico-sociali svantaggiate presentano maggiori percentuali di ricoveri inappropriati, minor accesso ai programmi vaccinali, ma anche maggiori possibilita' di assumere abitudini di vita e modelli comportamentali errati, come fumo e cattiva alimentazione, e di subirne in eta' adulta le conseguenze (malattie cardiovascolari ecc.)''.

''La condizione sociale influenza fortemente l'accesso ai servizi sanitari'', continuano gli esperti. ''Sono infatti bambini che vivono in condizioni di basso livello socioculturale a richiedere piu' visite al Pronto Soccorso e a essere ricoverati. Molte delle consultazioni sono causate da problemi banali e questi bambini sono soggetti a un eccessivo numero di test di laboratorio e radiologici''.