Coronavirus, tracciata la prima mappa genetica del virus: in Italia già a gennaio Coronavirus, tracciata la prima mappa genetica del virus: in Italia già a gennaio

Coronavirus in Italia: 3 ceppi, arrivato a gennaio, settimane prima del contagio del paziente 1

Coronavirus, tracciata la prima mappa genetica del virus: in Italia già a gennaio
Coronavirus, tracciata la prima mappa genetica del virus: in Italia già a gennaio (foto ANSA)

ROMA – ​C’è la prima prova che il coronavirus circolava in Italia ‘diverse settimane’ prima che ci fosse la diagnosi del paziente uno di Codogno. E’ contenuta nelle 3 sequenze genetiche del virus in circolazione in Lombardia, ottenute dal gruppo di Università Statale di Milano e Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli. Dalla sequenza genetica emerge la parentela con i virus in circolazione in altri Paesi europei e conferma l’origine dalla Cina. 

Dalla prima analisi è emerso infatti che il coronavirus isolato da tre persone in Lombardia ha forti analogie con le sequenze genetiche del coronavirus del primo caso rilevato in Italia, quello del turista cinese ricoverato nell’ospedale Spallanzani di Roma con la moglie, e del paziente uno di Codogno, entrambe ottenute da Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Policlinico Militare Celio di Roma. Forti anche le analogie con i virus isolati in Europa, soprattutto in Germania e in Finlandia, e in America Centrale e Meridionale. L’analisi, rileva l’ospedale Sacco, conferma comunque l’origine cinese dell’infezione. 

Coronavirus, in Cina identificati 2 ceppi: uno meno aggressivo

I ricercatori che, in Cina, cercano di capire l’origine dell’epidemia da coronavirus hanno identificato due diversi ceppi, uno più aggressivo e contagioso, e uno meno. E questo spiegherebbe perchè, in molti casi, la nuova polmonite si sta manifestando in una forma poco violenta. Gli scienziati, scrive l’agenzia Reuters, mettono tuttavia in guardia sul fatto che hanno analizzato solo una quantità limitata di dati e quindi sarà necessario continuare a lavorare per capire meglio l’evoluzione del virus. 

I ricercatori – della Peking University’s School of Life Sciences e dell’Istituto Pasteur di Shanghai presso l’Accademia cinese delle scienze- hanno studiato 103 campioni del nuovo virus: hanno trovato due ceppi e li hanno chiamati L ed S, scoprendo che L era il più diffuso. L è anche il più aggressivo ma è diventato meno comune dall’inizio di gennaio.

Al momento sono circa 93 mila le persone contagiate nel mondo; 3200 sono morte e circa 50 mila si sono riprese. Secondo il team di esperti, in Cina il 70 per cento delle persone ha contratto la forma più aggressiva e contagiosa del virus, che però era così violento che le persone che si ammalavano sono state rapidamente diagnosticate e isolate, e quindi il virus ha avuto meno possibilità di diffondersi. La diffusione del virus più aggressivo è andata via via decrescendo dopo l’inizio di gennaio. E ora sta diventando più comune S, un ceppo meno virulento.

Gli scienziati però ritengono che sia proprio S il primo ceppo del virus, quello che ha fatto il salto nell’uomo e continua a contagiare. In sostanza il ceppo S potrebbe essere vincente perché causa sintomi più lievi e quindi chi si ammala non necessariamente si mette a letto o va in osppedale. E di conseguenza il virus continua a diffondersi. (fonti ANSA e AGI)

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