Crestor, Nexium… Scarseggiano 300 farmaci: venderli all’estero rende di più
Pubblicato il 13 Maggio 2015 - 09:45| Aggiornato il 14 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Crestor, Nexium… Scarseggiano 300 farmaci: venderli all’estero rende di più. Esiste purtroppo una lunga lista di farmaci, utili e molto prescritti, che sono praticamente irreperibili nelle farmacie italiane. Non perché non siano prodotti a sufficienza, non perché vadano a ruba fino a esaurimento scorte: in realtà, finiscono nei mercati esteri, specie quelli del nord Europa perché lì possono approfittare di prezzi più alti anche del 20/30%. Di quali farmaci parliamo? Sono almeno 300, Michele Bocci su Repubblica fornisce qualche esempio dei più noti sul mercato.
- Clexor, per abbassare il colesterolo;
- Mirapexin, contro il Parkinson;
- Clexane, anticoaugulante;
- Vimpate, contro l’epilessia;
- Lyrica, contro i dolori neuropatici;
- Nexium, gastroprotettore;
- Zitromax, antibiotico;
- Micardisi, contro l’ipertensione.
Ogni Stato contratta un prezzo diverso con sul farmaco con l’industria ma non c’è nessuna legge che faccia divieto al distributore di esportarlo all’estero (si dice “parallel trade”). I produttori accusano i distributori, i farmacisti l’industria, i distributori i farmacisti e viceversa: in questo scarica-barile si distinguono però gli pseudo-grossisti, farmacie cui le Regioni hanno concesso la licenza di distribuire.