Meningite, per il contagio “basta uno starnuto”. Ecco come difendersi

Meningite, per il contagio "basta uno starnuto". Ecco come difendersi
Meningite, per il contagio “basta uno starnuto”. Ecco come difendersi

ROMA – E’ psicosi meningite dopo il caso di Susanna Rufi, la giovane romana di 18 anni morta dopo aver partecipato alla Giornata mondiale della gioventù a Cracovia, in Polonia. A far luce su come si trasmette questa malattia e a spiegare quale è l’unico modo per prevenirla con certezza è il dottor Pier Nicola Petrosillo, infettivologo dello Spallanzani di Roma e direttore dell’Uoc Malattie infettive, che in un’intervista al quotidiano Il Giorno spiega innanzitutto come avviene il contagio:

“La meningite meningococcica si trasmette con un contatto diretto: uno starnuto, vivere nella stessa stanza, mangiare insieme”.

Sui sintomi, Petrosillo avverte:

“La meningite è subdola. Come infezioni delle meningi si manifesta con febbre, cefalee, intolleranza alla luce, rigidità nucale, vomito. Ma non esiste solo questo. L’infezione può anche dare una sepsi in vari organi, colpire cuore, cervello, reni ed in questo caso è mortale. La sepsi ha un corso diverso: può iniziare come una meningite e poi evolvere con febbre elevata e manifestazioni emorragiche sulla pelle”.

L’unica vera arma per difendersi, sottolinea Petrosillo, è la vaccinazione:

“Esistono vaccini che sono molto efficaci, che si fanno a bambini piccoli sotto i due anni, a bambini più grandi e agli adulti. È un vaccino consigliato ai giovani e a chi fa vita comunitaria, a chi partecipa a un raduno. Un tempo questo tipo di patologia era diffusa tra i soldati delle caserme perché vivevano molto vicini. C’è una quota di persone, si stima l’1%, che è portatrice, spesso nel cavo orale, di questo batterio che se trasferito a un altro organismo può far sviluppare l’infezione”.

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