La sospensione di Johnson & Johnson negli Usa può causare ritardi nella campagna vaccinale in Italia. Perché in Italia si fa una grande affidabilità sul vaccino monodose americano. Tanto che le dosi promosse dalla compagnia in Italia rappresentano circa un terzo di quelle che dovrebbero arrivare da noi entro il 2021.
Anzi, secondo il piano Figliuolo le dosi di Johnson & Johnson sono più di un terzo del totale. Oltre 26 milioni su un totale di 72-73 milioni. Invece ora bisogna aspettare il responso della Fda, l’agenzia del farmaco americana. L’equivalente di Ema e Aifa, ma in salsa statunitense. E se dicessero che il vaccino è pericoloso? Meglio non pensarci.
Di certo qui si rischia un secondo caso Astrazeneca. I dubbi della comunità scientifica, anche se dovessero essere fugati, avranno già instillato il tarlo nella testa di milioni di persone? Anche chi si deve vaccinare con J&J si comporterà come chi ha rifiutato il vaccino Astrazeneca? Gli effetti collaterali per cui gli Usa lo hanno sospeso sono gli stessi: sostanzialmente trombosi. Ma di quanti casi parliamo? 6-7, a fronte di 7 milioni di vaccinati.
Sospensione vaccino Johnson & Johnson negli Usa
Le autorità sanitarie Usa hanno sospeso almeno per qualche giorno l’utilizzo del prodotto della Janssen. Col vaccino Johnson & Johnson sono stati vaccinati in un mese circa 7 milioni di statunitensi. La sospesione è arrivata a seguito di pochi casi di reazione grave, tra cui uno mortale.
Le analogie con la vicenda AstraZeneca sono evidenti – lo dicono le agenzie sanitarie Usa, che parlano di “scelta precauzionale” – e rischiano di ritardare ancora con l’effetto psicosi le somministrazioni alla popolazione italiana, che stavano facendo progressi tra gli over 70 (almeno una dose ad oltre il 45%).
Vaccino Johnson & Johnson sospeso: gli effetti sul piano vaccinale in Italia
Il ministro della Salute Roberto Speranza prova a rassicurare: “Valuteremo nei prossimi giorni il da farsi, ma Johnson&Johnson resta un vaccino importante da usare”. L’azienda ha fatto sapere che ritarderà il lancio in commercio del suo preparato in Europa, “in un’ottica di trasparenza e in attesa delle valutazioni delle autorità sanitarie Ue”. “Prendiamo atto della dichiarazione secondo cui ritarderà le consegne dei vaccini – afferma la Commissione a Bruxelles -. Restiamo in contatto per seguire la situazione”.
Oggi le prime 184 mila dosi per l’Italia del vaccino monodose, più facile da conservare e da trasportare (non richiede temperature polari), sono arrivate all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Lì per ora rimarranno, secondo quanto si apprende, in attesa che la situazione si definisca.
In base al piano di Figliuolo, J&J dovrebbe consegnare 26,5 milioni di dosi entro fine dell’anno, di cui 7,3 milioni nel secondo trimestre appena iniziato che prevede anche 24,5 milioni di dosi Pfizer, 10 di AstraZeneca e 4,6 di Moderna. Entro fine giugno l’Italia attende 45 milioni di dosi – ha detto il commissario all’emergenza -, aggiornando di fatto il piano: come era infatti chiaro da tempo mancano all’appello 7,5 milioni di dosi di Curevac, un vaccino non ancora autorizzato.