Sushi, paura del verme anisakidosi? Ecco cosa rischi e come difendersi

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Maggio 2017 - 14:25 OLTRE 6 MESI FA
Se siete gran divoratori di sushi, è bene che stiate in guardia dal rischio anisakidosi, altrimenti detta "malattia del verme delle aringhe".

Se siete gran divoratori di sushi, è bene che stiate in guardia dal rischio anisakidosi, altrimenti detta “malattia del verme delle aringhe”.

ROMA – Se siete gran divoratori di sushi, è bene che stiate in guardia dal rischio anisakidosi, altrimenti detta “malattia del verme delle aringhe”. L’infezione è dovuta al verme parassita Anisakis, che generalmente vive nei pesci: l’uomo è solo un ospite accidentale per il parassita che all’interno del nostro corpo è destinato a perire e non rilascia altre uova. Ma questo non vuol dire che non si debbano subire fastidiose conseguenze una volta contratta l’infezione.

Esistono tre categorie del verme, Anisakis simplex simplex, Anisakis pegreffi e Anisakis simplex C: tutte vivono nell’apparato gastro intestinale dei mammiferi marini fino a quando sonoin vita, che ne rilasciano in mare le larve attraverso le feci. In acqua le uova fecondate diventano di tipo L2 e diventano nutrimento per i crostacei. All’interno di questi ultimi raggiungono la fase L3, annidandosi nel tratto digerente. Qui il ciclo biologico ricomincia, passando da un pesce all’altro con la predazione. Quando l’uomo assume carne cruda di pesce infetto, ingerisce anche l’indesiderato ospite. Per liberarsene l’organismo impiega un paio di giorni, generalmente attraverso vomito e diarrea.

Come riconoscere una intossicazione da Anisakis? Uno dei primi sintomi potrebbe essere una sensazione di prurito in gola. Sono le larve appena ingerite che si muovono. La prima reazione del corpo è di espellerle a colpi di tosse. Ma alcune riescono comunque a raggiungere il tratto digerente. A quel punto compariranno i classici sintomi: violenti dolori addominali, nausea, vomito e diarrea con perdite di sangue. In alcuni casi anche febbre e orticaria.

Come si è detto, le larve sono destinate a perire e la macchina umana è perfettamente congegnata per espellerle, sebbene attraverso meccanismi devastanti come vomito e diarrea. Ma non sono escluse complicazioni, rare, come occlusioni o perforazioni intestinali che possono portare a peritonite. C’è anche chi sviluppa gravi reazioni allergiche con rischio di shock anafilattico. Nella malaugurata ipotesi in cui le larve dovessero insediarsi, andranno rimosse chirurgicamente o attraverso un antiparassitario a base albendazolo.