Il Virus Vampiro, lo studio dell’Università del Maryland. Ecco perché si chiama così

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Dicembre 2023 - 10:00
Il Virus Vampiro, lo studio dell'Università del Maryland. Ecco perché si chiama così. Foto Ansa

(foto d’archivio Ansa)

Lo hanno già ribattezzato il “virus vampiro” ed il nome, come ovvio, ha già attirato l’attenzione. La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell’Università del Maryland. Ma andiamo con ordine.

Ma perché vampiro? Il virus, raccontano i ricercato dell’Università del Maryland, ha un ospite più piccolo attaccato al collo. Da qui il nome. Sembra essere il primo virus così strutturato.

Il Virus Vampiro, lo studio dell’Università del Maryland

“Ho potuto vedere letteralmente centinaia di fagi avevano questo piccolo ‘amico’ attaccato al collo, e non era chiaramente casuale”, ha detto uno dei Tagide deCarvalho, che gestisce il Keith R. Porter Imaging Facility presso l’Università del Maryland, al Washington Post. La scoperta è avvenuta durante una semplice lezione in cui agli studenti era stato dato il compito di individuare e studiare i batteriofagi in un campione di suolo.

Lo studio

Nello studio, pubblicato sul Journal of the International Society for Microbial Ecology, deCarvalho e il suo team ipotizzano come possa essersi formata la strana coppia. Il virus più piccolo, chiamato MiniFlayer, avrebbe perso la capacità di riprodursi. L’evoluzione lo avrebbe portato così a sfruttare un altro virus, detto MindFlayer, attaccandosi a lui per il collo e utilizzando il meccanismo genetico del suo compagno per proliferare. Non solo: talvolta, quando MindFlayer viene osservato senza MiniFlayer, si notano dei segni là dove MiniFlyer si era attaccato: ed ecco l’analogia con la figura del vampiro.

A differenza di un vampiro però, sottolinea deCarvalho, il MiniFlayer non sta succhiando qualcosa da MindFlayer. “Non sappiamo se il satellite (MiniFlayer) sta iniettando o meno il suo DNA nell’aiutante o se si sta solo facendo dare un passaggio per poi cadere”, ha concluso deCarvalho. “Speriamo che qualcun altro porti avanti questo lavoro per rispondere a questa domanda davvero interessante”.